Donne di Fatto

19 marzo, non è solo la festa dei padri etero. Auguri anche ai papà gay!

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Oggi non è la festa dei papà etero, anche se qualcun@ sostiene che sia così, e dunque parlo dei padri a tutto tondo, per quel che sono e desiderano e per il grado di accettazione sociale che esiste in Italia. Delle rivendicazioni dei papà io supporto quella che parla di congedo parentale, di affido, perché i figli non sono di proprietà di nessuno, madri incluse. Supporto la rivendicazione che li vede a tentare di distruggere lo stereotipo sessista sul padre lontano dagli affetti, che non può avere un ruolo attivo con i figli a meno di non considerare solo l’aspetto economico. Perciò rispetto i padri che esigono una vicinanza con i figli e si rifiutano di essere considerati solo quelli che passano il mantenimento. Supporto le rivendicazioni dei padri che tentano di superare il pregiudizio per cui se chiedono di poter stare di più con i figli, in caso di separazione, c’è chi semina la papà-fobia, giacché si racconta di loro che quell’interesse è sospetto. In fondo la mentalità comune immagina i padri senza un interesse a coltivare un legame profondo ed emotivo con i figli. Il padre torna a casa stanco dal lavoro e i figli restano solo alla cura delle mamme.

Da tanto tempo però non è più così ed è una cosa che a me sembra tanto positiva. Di fatto, come donna, madre e femminista, ho sempre lottato affinché alle donne fosse consentito spazio, uguali diritti e doveri, divisione dei compiti, condivisione del ruolo di cura. Se i padri dicono di voler stare di più con i figli io dico “finalmente!“. Ed è così che arrivo ad analizzare una contraddizione forte. Tra chi lotta per ottenere vicinanza, spazio, più tempo con i figli c’è chi però lo fa in ragione della convinzione che quei figli gli appartengano in quanto padre etero, con quella visione di famiglia antica, “tradizionale”, di uomo che sembra voler ripudiare la ex moglie dopo la fine di un matrimonio, quand’anche è lui per primo a non saper interpretare più il ruolo tradizionale del padre padrone. Invece un moderno padre, etero, sa che un figlio lo si può gestire anche in una casa in cui i genitori sono uomini, etero o gay, perché un bambino va amato, e così come non si può negare il diritto di una donna di fargli da madre, non si può neppure consegnare alle donne il sacro dovere di interpretare il ruolo della Madonna solo per farle diventare complici di una visione omofoba. Ci sono donne che non vogliono figli, o non vogliono crescerli, ci sono donne che vogliono donare figli a chi non può averli e non c’è nulla di anormale in questo.

Allora io voglio dedicare questa giornata a tutti i papà, inclusi quelli che hanno figli grazie alla Gestazione per Altri, come quei genitori canadesi la cui foto è stata usata da Fratelli d’Italia senza alcuna autorizzazione, perché quei figli sono stati desiderati e sono amati e non si può continuare a infierire su di loro e sui genitori perché vivono un modello di famiglia che sfugge alle regole catto/patriarcali. La scusa della difesa del corpo delle donne, le quali donne sanno difendersi da sole se a loro vengono consegnati gli strumenti, inclusi quelli economici che possono renderle più libere di scegliere come emanciparsi dal bisogno, quella scusa non regge, perché è un pretesto e sta diventando il pretesto per una recita sociale che ricaccia le donne al ruolo di vittime la cui tutela passa a patriarchi, a volte, assoldati da donne che da sole non hanno il coraggio di ammettere quanto siano realmente autoritarie.

Non regge quella scusa per rafforzare e legittimare la visione forcaiola di chi ha trovato un modo nuovo per crocifiggere i gay, e qui mi chiedo, leggendo di proposte manettare che vorrebbero i padri di figli avuti con la GpA in carcere, come facciano alcune femministe a non preoccuparsi di quel che si muove di reazionario attorno al corpo delle donne. Perché è anche nel mio preciso interesse, di donna che vuole essere libera di scegliere, che io analizzo la retorica costante contro le coppie di genitori gay e contro le donne che non fanno le madri così come tradizione vorrebbe. A me viene imposto un ruolo materno che di certo non mi appartiene. Il corpo delle donne diventa corpo sociale, esattamente quel così come era considerato nel ventennio fascista. Sul serio volete affidare la vostra/nostra sorte alla visione di quelle che oggi si improvvisano difensore dei corpi delle donne per proporre manette per i gay?

I miei auguri vanno a questi genitori insultati, criminalizzati, per i quali bisognerebbe mobilitarsi per evitare che finiscano in carcere e che i loro figli, domani, quando saranno cresciuti, non vengano su con l’idea di essere sbagliati. Sono padri che non hanno nulla da invidiare a nessuno, il cui ruolo va difeso, pubblicamente, senza fingere un presunto rispetto per le donne che immediatamente si traduce in una brutta forma di misoginia. Misogina è la visione di chi vede le donne come incapaci di intendere e volere e come soggette a varie forme di moralizzazione dei comportamenti sessuali e delle scelte riproduttive. Se ci si preoccupa del mercato che influirebbe negativamente sulle nostre scelte allora perché mai le stesse figure politiche perseguono uno smantellamento dello stato sociale e per la precarizzazione della nostra vita? Se ha a cuore le donne perché la ministra Lorenzin non guarda bene quel che succede con la chiusura dei consultori, con i no-choice che vogliono condizionare le nostre scelte, con gli obiettori, troppi, che lasciano le donne sole quando decidono di abortire. Perché non dice forte e chiaro che la salute delle donne, va rispettata quando le donne lo chiedono. Perché non si pronuncia contro la proposta di legge che imporrebbe una cintura strizza donne alle donne già abbastanza maltrattate nelle sale parto? E poi, perché non ci si preoccupa delle mille forme di schiavitù che le donne patiscono? Donne che raccolgono pomodori per due euro all’ora, donne straniere che fanno le serve nelle case altrui per mandare qualche soldo ai propri figli, donne che vengono considerate di valore in quanto contenitori da sottoporre a costrizione quando si parla di libertà sessuali e libertà riproduttive.

Bisognerebbe dare maggiore fiducia alle donne che non hanno bisogno di una Binetti o un Alfano a sorvegliare i nostri uteri. Bisognerebbe pensare in modo aperto a quel che significa fare da genitore a un figlio. Bisognerebbe evitare di imprigionare le donne quando si ha a che fare con scelte che trasgrediscono la norma etero. Auguri ai padri, a tutti i padri, ma soprattutto, oggi, a quelli che rischiano il carcere se la legge proposta o se le deliranti richieste di divieto universale della GpA formulate dalle “femministe” dovessero concretizzarsi. Se anche uno solo di quei genitori subirà le manette allora imprigionatec* tutt*, inclusa me.