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Primarie, D’Alema: “Pd in mano a un gruppo di arroganti. Per Orfini ricorso di Bassolino in ritardo? E’ stupidità”

L'ex presidente del Consiglio in un'intervista al Corriere della Sera attacca: "Enorme malessere a sinistra. Il partito della Nazione è già accaduto". Il senatore Tocci: "Il presidente dem se ne vada". La replica: "C'è chi ha nostalgia del partito di Mafia capitale"

“Il Pd in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali”. “La gestione di Orfini e Guerini sulle primarie ? Siamo oltre l’arroganza. Siamo alla stupidità”. “Il partito della Nazione è già accaduto”. Dopo una settimana di spaccature e alla vigilia del raduno della sinistra Pd a Perugia, è la volta di Massimo D’Alema contro tutti. E se il partito non fosse stato abbastanza a brandelli, ci ha pensato l’ex presidente del Consiglio a riaccendere lo scontro. “Dei fondatori nel Pd non sanno che farsene”, ha detto al Corriere della Sera. “Ai capi del Pd non è passato per l’anticamera del cervello di consultarci una volta, in un momento così difficile. Io cosa dovrei fare? Cospargermi il capo di cenere e presentarmi al Nazareno in ginocchio a chiedere udienza a Guerini?”. Poco dopo ha replicato anche Orfini che su Twitter ha scritto: “Mi disconosce perché sarei arrogante? Francamente non torna”. Salvo poi rimandare alla resa dei conti della direzione in programma per il prossimo 21 marzo.

Ma la versione di D’Alema è solo uno dei problemi di giornata per i renziani. Il senatore Walter Tocci dalle colonne di Repubblica ha invocato le dimissioni del presidente Pd. Che ha reagito con non meno nervosismo: “Quando mi è stato chiesto di fare il commissario”, ha detto all’agenzia Ansa, “nessuno credeva che il Pd potesse ancora essere competitivo alle elezioni, oggi lo siamo. E questo vuol dire che l’opera di radicale cambiamento è stata compresa dai romani. Io penso che il partito stia rinascendo, ogni tanto c’è qualche colpo di coda di chi ha nostalgia di quel partito coinvolto in Mafia Capitale“.

D’Alema: “Sofferenza a sinistra. Il Pd versa in una condizione gravissima”
Il clima è quello della resa dei conti e il caos alle primarie di Napoli e Roma ha dato lo spunto per riaprire lo scontro aperto. L’ex premier ha criticato la scelta del presidente Pd Matteo Orfini e del vicesgretario Lorenzo Guerini di liquidare i presunti brogli e il ricorso su Napoli di Bassolino. “Hanno detto che il ricorso è respinto perché in ritardo? Siamo oltre l’arroganza. Siamo alla stupidità”. Poi, facendo sua una riflessione che già avevano fatto altri rappresentanti della minoranza come Speranze e Bersani, D’Alema ha aggiunto: “Sta crescendo un enorme malessere alla sinistra del Pd che si traduce in astensionismo, disaffezione, nuove liste, nuovi gruppi. Nessuno può escludere che alla fine qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito”.  E ancora: “Il Pd versa in una condizione gravissima, e la classe dirigente reagisce insultando e calunniando con metodi staliniani“.

Secondo l’ex presidente del Consiglio il partito della Nazione è già realtà: “Loro non vogliono tenere insieme il centrosinistra, vogliono sbarazzarsene. Mi fanno ridere quelli che lanciano l’allarme sul partito della Nazione; il partito della Nazione è già accaduto. Lo schema mi pare evidente: approfittare della crisi di Berlusconi per prenderne il posto. Ma è un’illusione. Verdini ha capito che se Renzi rompe con la sinistra va dritto verso la sconfitta, magari in un ballottaggio con l’M5S. Per questo è preoccupato. Una volta lacerato il centrosinistra non viene il partito della Nazione; viene il populista Grillo. O viene la destra. Perché il ceto politico berlusconiano che oggi si riunisce attorno a Renzi non gli porterà i voti di Berlusconi. La destra è confusa ma esiste, e una volta riorganizzata voterà per i suoi candidati”.

I renziani: “Sleale”. La responsabile Enti locali: “Verbale primarie respinto anche nel metodo”
Davanti alle accuse di D’Alema, i primi a reagire sono stati i renziani. “Una cosa colpisce dell’intervista”, ha commentato il fedelissimo del segretario Ernesto Carbone, “la slealtà nei confronti del candidato vincitore delle primarie a Roma. D’Alema dice di essere un fondatore del Pd, è un importante dirigente del Pd, ma fa capire che non voterà per il candidato del Pd. Il suo disegno è fin troppo chiaro: far perdere le amministrative al suo partito. D’Alema era famoso per la sua arroganza, ora diventa anche sleale. E pugnala il suo partito”. Sul tema è intervenuto anche la responsabile nazionale Enti locali Valentina Paris: “Il dibattito sull’inammissibilità del ricorso di Bassolino è ormai fuori dalla realtà. E’ stato respinto anche nel merito, c’è un verbale che parla chiaro”.