Politica

Parma, nasce la coalizione: “Io ci sto!”. Ma è già polemica: “Dov’erano gli industriali mentre la città sprofondava?”

Un gruppo di imprenditori, intellettuali e commercianti per ridare splendore alla città ducale. Manifesto sottoscritto da 100 nomi per puntare su agroalimentare, cultura, turismo e formazione e innovazione. Ma sui social network arrivano le critiche: tra i nomi molti illustri imprenditori che hanno seguito da vicino la politica fallimentare degli ultimi 15 anni

“Rialzare la testa” per riprendersi Parma e riportarla agli antichi splendori, strappandola dal declino a cui sembra stata condannata negli ultimi anni. A lanciare l’appello non è un politico di turno, ma un gruppo di imprenditori, intellettuali e commercianti decisi a unirsi per cambiare rotta con il progetto “Parma, io ci sto!”. Il manifesto è stato presentato l’8 marzo e la formazione è di quelle che contano: tra i promotori figurano gli imprenditori Guido Barilla e Alessandro Chiesi, il presidente di Fondazione Cariparma Paolo Andrei e Andrea Pontremoli di Dallara Automobili, e insieme a loro cento firmatari che hanno aderito alla nascita di quella che è stata definita una nuova pagina per la storia di Parma.

“Questo è un progetto per rilanciare in maniera corale la città, un progetto che si apre a tutti quelli che ne vogliono fare parte” ha detto Chiesi durante la presentazione al Teatro Regio, illustrando l’iniziativa che prevede un lavoro su quattro punti cardine: agroalimentare, cultura, turismo e formazione e innovazione. Tutte risorse del territorio che in questi anni sono state offuscate dalle inchieste giudiziarie che hanno travolto quella che un tempo era considerata la piccola Parigi d’Emilia. Un incanto spezzato nel 2003 dal crac Parmalat, che ha dato avvio alla stagione degli scandali, spazzando ogni cosa sembrava brillare: prima la politica, con il nuovo civismo finito con la caduta e l’arresto del sindaco Pietro Vignali, e poi il calcio, con il Parma Fc passato nel giro di pochi mesi dalla vetta delle classifiche al fallimento. Nel frattempo, a Parma è stata assegnata la sede dell’Efsa, autorità europea per la sicurezza alimentare che però appare ancora scollegata dal tessuto cittadino, con il cantiere della Scuola europea bloccato da anni, una delle occasioni perse di questo periodo. Alle porte della città è arrivato l’inceneritore, mentre a Reggio Emilia è andata la Tav e i parmigiani si devono accontentare di un aeroporto che fa sì e no un volo al giorno, con il rischio del default sempre dietro l’angolo.

Un passato che ora si vuole dimenticare in fretta, per fare posto di nuovo alle eccellenze, alla lirica e alla cultura, al marchio Unesco per la gastronomia, a un’università collegata alla Food Valley. Eppure, in mezzo all’ondata di entusiasmo, non mancano le critiche. Come fanno notare tanti parmigiani che hanno commentato l’evento sui social network, alcuni dei volti presenti alla convention sono gli stessi che in questi anni hanno assistito senza battere ciglio al declino, facendo magari scelte (politiche e non) sbagliate, o non facendole affatto. “Dopo il sostegno incondizionato a chi ha provocato i disastri, adesso se ne vengono fuori belli come il sole a dire che ci pensano loro” si legge tra i commenti su Facebook. Sul web si parla di Vignali, che fino a qualche mese prima della sua caduta ha sempre goduto dell’appoggio degli industriali, così come anche Tommaso Ghirardi e il suo Parma Fc, prima di sprofondare in una voragine di debiti. O della fiducia accordata al primo sindaco grillino Federico Pizzarotti, nonostante prima della vittoria il candidato favorito fosse lo sfidante del Pd. O ancora, delle decisioni su aeroporto, Tav, inceneritore e altre grandi opere che hanno ridisegnato lo skyline cittadino, che sono state condivise non soltanto dalle giunte che si sono date il cambio in Comune.

“Non resta, ai soliti poteri forti, che crearsi un nuovo partito di ‘bella’ gente che aiutati dai tifosi del Parma, potranno tornare a fare… la TiBre ad esempio” si legge tra i tanti commenti sul profilo Facebook ufficiale della neo formazione, e poi: “Se Parma ha da alzare la testa, un contributo dagli industriali parmensi può venire attraverso una seria, documentata e completa disamina dei rapporti di forza e della dinamica interna all’Unione Parmense industriali nel quindicennio passato”.

In realtà, almeno per ora, il neo movimento “Parma, io ci sto!” promette di tenersi alla larga dalla politica, come dimostrano anche le cento firme che rappresentano tutte le componenti della società civile, dai giovani ai volti noti come lo scienziato Giacomo Rizzolatti, il presidente del Parma 1913 Nevio Scala e l’allenatore Gigi Apolloni. Se è vero che non ci sarà sconfinamento però, certo è che il peso degli attori uniti nel gruppo potrà fare la differenza nella corsa al Municipio del 2017. E infatti è già cominciata la “campagna” alla ricerca di appoggi e alleanze, con incontri già programmati con i sindaci e con le aziende del territorio.