Cronaca

Luca Varani, Adinolfi: “Era a favore della famiglia naturale. Ucciso da due gay strafatti”

L'ideatore del movimento "No gender nelle scuole - Popolo della famiglia" - nonché giocatore di poker professionista - sostiene che il ragazzo sia stato massacrato in quanto considerato "omofobo". E aggiunge che "nella comunicazione" esiste "una lobby omosex che edulcora ogni notizia che danneggia l'immagine della comunità Lgbt"

“Perché proprio lui, tra tutti, tra tanti? Per cercare di capire se tutta l’immonda violenza che viene scaricata addosso a noi ogni giorno, perché proviamo magari semplicemente a dire che siamo contrari al matrimonio omosessuale e crediamo in Dio e nella famiglia naturale, non stia generando un delirio persecutorio di cui questo atto è il culmine che sembrava inimmaginabile”. Mario Adinolfi – tra le figure di spicco del Family Day, nonché ideatore del movimento “No gender nelle scuole – Popolo della famiglia“, convinto sostenitore che “la moglie sottomessa sia la pietra miliare sulla quale si fonda la famiglia cristiana” e giocatore di poker professionista – scrive un post su Facebook sull’omicidio di Luca Varani, seviziato, torturato e infine accoltellato da Manuel Foffo e Marc Prato dopo un festino a base di droga e alcol.

La tesi di Adinolfi è che Varani sia stato ucciso in quanto considerato “omofobo” dai due assassini, visto che sul suo profilo Facebook la vittima aveva postato un’immagine con la scritta: “Dio creò Adamo ed Eva, non Adamo e Claudio“, accompagnato dai tag ‪#‎noaimatrimonigayinItalia‬ ‪#‎wlafamiglia‬.

Quindi, la molla che ha scatenato la furia omicida, sarebbe da ricercare proprio nella contrarietà della vittima ai matrimoni gay. “L’ultima follia di Manuel e Marco, strafatti e annoiati pure dal sesso estremo tra loro – continua Adinolfi – è stata andare a cercare Luca. Proprio Luca. Quello del post ‘omofobo'”. Adinolfi – strenuo difensore della famiglia “tradizionale”, contrario all’utero in affitto che propone di punire come il turismo sessuale, divorziato dalla prima moglie e che ha sposato la seconda a Las Vegas – lamenta di non aver letto sui giornali “la verità”, ovvero che “due gay strafatti hanno ucciso un ragazzo in un quadro di eccitazione sessuale reso folle dalla droga assunta”. Quindi attacca anche i media: “Io affermo che agisce nella comunicazione una lobby omosex che edulcora ogni notizia che danneggia l’immagine della comunità Lgbt e dà enorme risalto a ogni notizia che può far apparire la comunità Lgbt come vittima di discriminazione“.

L’ULTIMO POST DI LUCA VARANI di Mario Adinolfi L’ultimo post del povero Luca Varani su Facebook è un’immagine biblica…

Pubblicato da Mario Adinolfi su Lunedì 7 marzo 2016

Perché, domanda, “come avrebbero titolato i giornali, tutti i giornali, se il morto fosse stato un gay ucciso una coppia di Sentinelle e l’ultimo post della vittima fosse stato di sostegno al ddl Cirinnà? Già lo sapete che tipo di campagna avrebbero fatto i giornali“. In questo caso, poi, prosegue, “il Parlamento probabilmente ne avrebbe approfittato per far approvare la legge liberticida sedicente “anti-omofobia” che all’articolo 1 prevede una fattispecie di reato inventata di sana pianta (“istigazione all’odio omofobico”) che potrebbe essere usata da un giudice compiacente per dare sei anni di carcere a causa delle mie parole di quest’oggi”.

E ancora, a riprova della tesi sui media: “Quanto ho posto la questione di come l’informazione tutta abbia glissato sul legame omosessuale tra i due assassini e sul fatto che il quadro sessuale è secondo l’ipotesi omicidiaria prevalente, quello scatenante l’assassinio stesso, sono stato letteralmente preso d’assalto dalla comunità Lgbt“. Segue la descrizione degli attacchi subiti: “Con il solito metodo e i soliti termini, il solito incredibile tasso di violenza per fortuna solo verbale. Dagli all’omofobo“. Infine chiama a raccolta “le persone più ragionevoli della comunità Lgbt” affinché capiscano “che l’odio che generano nei confronti di chi non la pensa come loro va stoppato, prima che diventi davvero incontrollabile”.

Le reazioni sui social – Un post che ha raccolto oltre 700 like, ma che viene commentato con toni duri dagli utenti, sia sulla piattaforma social sia su Twitter. C’è chi chiede la radiazione di Adinolfi dall’Ordine dei giornalisti, chi lo accusa di essere “omofobo”, “sciacallo”, e chi cerca un approccio razionale: “Adinolfi – scrive un commentatore -, ma lei veramente pensa che l’orientamento sessuale di una persona incida sul livello di aggressività, cattiveria, empatia che si prova? Veramente crede che gli omosessuali o i bisessuali siano più violenti degli eterosessuali? Se fosse convinto di questa cosa potrebbe almento provare a spiegarne il perchè? Si rende conto che le sue affermazioni sono ammantate di uno squallore tale che mi fa vergognare di appartenere alla sua stessa specie?”. Su Twitter invece c’è chi si domanda, ribaltando il suo ragionamento, “perché davanti a un femminicidio non si sia mai messa in discussione l’istituzione del matrimonio” e chi interviene anche in quanto credente. “Il 99,9% della comunità cristiana non si riconosce in voi e non vi tollera più”.