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Nikolaus Harnoncourt, dal barocco e Bach fino a Berio e ai Capodanni di Vienna: cosa lascia il maestro con gli “occhi sgranati”

Chi era Nikolaus Harnoncourt? Il grande direttore d’orchestra tedesco, celebre per l’enorme contributo dato all’interpretazione e alla pratica esecutiva della musica, tra gli altri, di Johann Sebastian Bach, era stato ammesso nel 1952 come violoncellista nell’Orchestra Sinfonica di Vienna per diretta volontà del sommo vate della direzione, Herbert Von Karajan. Della pratica filologica Harnoncourt si può dire sia stato il vero pioniere, fondando nel 1953, in compagnia della moglie Alice Hoffelner, anch’essa musicista dell’Orchestra Sinfonica viennese, il Concentus Musicus Wien, ossia la prima compagine strumentale sistematicamente impegnata nell’esecuzione del repertorio rinascimentale e barocco secondo le più precise volontà dei compositori del tempo.

Da qui dunque l’esigenza di suonare quelle musiche su veri e propri strumenti d’epoca, unita a una serie di abilità e competenze imprescindibili, come la più profonda padronanza della teoria e una totale conoscenza dei vari sistemi di notazione musicale vigenti nei diversi periodi storici. Sempre al centro di ampi dibattiti nel mondo musicale accademico, la pratica filologica di Harnoncourt ha portato nel tempo ad una delle registrazioni cardine, tuttora punto di riferimento imprescindibile, dei Concerti Brandeburghesi di Bach, come anche dei suoi oratori e delle cantate, in un progetto portato a termine, con la preziosa collaborazione del clavicembalista Gustav Leonhardt, nel 1990.

Tale fu l’importanza e il peso del direttore tedesco nell’interpretazione bachiana che fu proprio il suo Concentus Musicus a registrare, nel 1967, la colonna sonora di quello che può dirsi a pieno titolo uno dei film sulle vite dei compositori meglio girato in assoluto, ossia Cronaca di Anna Magdalena Bach diretto da Jean-Marie Straub e Danièle Huillet. Neanche a dirlo, alcuni degli interpreti del film furono proprio Harnoncourt, nei panni del Principe Leopoldo di Anhalt-Köthen, e Gustav Leonhardt, nel ruolo cardine di Johann Sebastian Bach: emozionante, fra gli altri momenti della pellicola, quello nel quale Leonhardt/Bach esegue il celebre assolo del quinto concerto Brandeburghese. Il repertorio di indagine e continua ricerca di Harnoncourt si è esteso poi negli anni Ottanta dello scorso secolo ad autori successivi al periodo barocco, come Joseph Haydn e il suo allievo prediletto, Wolfgang Amadeus Mozart: ultra nota in tal senso la rilettura che il grande direttore-filologo fece del celebre Requiem mozartiano, eseguito e registrato in una versione estremamente fedele al manoscritto originale.

Harnoncourt lascia in eredità al mondo della musica d’arte una quantità infinita di registrazioni di altissimo livello, portate a compimento con alcune tra le migliori realtà orchestrali del vecchio continente: dalla Chamber Orchestra of Europe, con cui registra le integrali delle sinfonie di Beethoven e Schumann, ai Berliner Philharmoniker, coi quali invece si dedica all’integrale delle sinfonie di Brahms, fino al Concertgebouw di Amsterdam, con cui reinterpreta le sinfonie di Mozart nonché l’integrale delle sinfonie di Schubert. Da Monteverdi a Berio, da Bach a Dvorák, passando per i concerti in mondovisione dei capodanni viennesi del 2001 e del 2003, Harnoncourt ha saputo abbracciare un arco temporale, e insieme una miriade di pratiche esecutive diverse, tali da valergli la fama e la stima coi quali il mondo della grande musica oggi gli rende tributo.