Musica

Serge Gainsbourg a 25 anni dalla morte: oggi come allora

Retrospettiva di Jane Birkin e Serge Gainsbourg

Serge Gainsbourg ha profuso il proprio talento cantando l’amore e la passione, ma soprattutto interpretando in maniera originale ed esaustiva i cambiamenti sociali dei decenni che lo hanno visto protagonista. Cantautore, scrittore, regista. Vale la pena soffermarsi su quanto da lui attraversato non soltanto dal punto di vista artistico. In Francia ne hanno ampiamente svelato il tratto raccontandone non soltanto la matrice artistica, rivelando semmai i segreti più intimi, sebbene poi, così intimi non fossero, decine sono le testimonianze femminili salite sull’altare del gossip, pronte a testimoniare quanto Serge fosse un amante unico e assoluto. Non ci credete? Caliamo allora “il primo carico”. Tale Elisabeth Levitsky, modella, fu lei la prima di una lunga serie: “Sedutosi accanto a me, appoggiò la chitarra e spense la luce. Facemmo l’amore più volte di fila, non lo dimenticherò mai”.

Capito l’antifona? In Francia li chiamano tombeur de femme e non occorre spiegare certo a cosa si alluda e se proprio non avete capito, potrebbe essere Brigitte Bardot a togliervi le fette di prosciutto dagli occhi. Sentite cosa ha rivelato a Paris Match: “Serge? Il nostro un incontro senza un’ombra, senza una nuvola. Novanta giorni di amore folle di purezza o più semplicemente di felicità”. Ma l’attrice, ricordando quei momenti si accende e incalzando la giornalista aggiunge: “Una notte, sotto le coperte, fra le sue braccia, gli chiesi di scrivere per me la canzone d’amore più bella. Nel cuore della notte, si mise al piano”. Nacque così Je t’aime… moi non plus. BB la incise, ma il disco uscì soltanto dopo molti anni, “perché mio marito Gunter Sachs minacciò di fare uno scandalo”.

Ora, che la canzone resti una testimonianza indiscutibile del talento del Nostro è fuori discussione, ma per apprezzare appieno la poetica di Monsieur Decadence si guardi oltre! Sì, perché, ritrovarsi nel letto l’insondabile bellezza di colei che orientò tale capolavoro – parliamoci chiaro – avrebbe forse ispirato allo stesso modo schiere di uomini: Je Suis Venu Te Dire Que Je M’En Vais.

Vogliamo parlare di Jane Birkin? Con lei fu amore assoluto quanto dissoluto e a tale riguardo dice: “Era molto sarcastico, ma nascondeva una profonda timidezza. E fu questa contraddizione a farmi innamorare di lui. In pubblico era insopportabile, un provocatore. In privato dolce e pudico. Con i figli un clown”.

Ecco, dopo aver sciorinato siffatta sequela di bellezze…i brutti o quantomeno coloro che si ritengono tali, comincino a gongolare! Come avrete certamente capito Gainsbourg non era un adone, eppure, in vita mise nel suo carnet, legioni di miss! Ognuna di esse colpite dal fascino indiscreto dell’imperfezione, sostenuta da qualità personali – come dire – nascoste: avete presente il Bull Terrier? Quel simpaticissimo cane con la testa ricurva, gli occhi pallati e le orecchie sproporzionate? Parliamo di un cane per molti ma non per tutti! Gainsbourg amava rivedersi in quelle buffe fattezze; in serate alcoliche, passate con gli amici, sproloquiava facendo spesso riferimento alla razza in questione: in quel muso a uovo ci si ritrovava morfologicamente, così come faceva sua l’indiscutibile simpatia che quel cane è in grado di suscitare, per non parlare del coraggio, ovvero un marchio distintivo della razza, e che lui riteneva capace di guidarlo nell’intero arco della vita. Quel cane divenne per lui un feticcio, tanto da esserne pubblicamente accompagnato in diverse occasioni. Si registri “Nana”, forse quella che lasciò più il segno, guarda caso una femmina… ancora oggi quel cane resta “seduto accanto alla sua storia”.

Nasce a Parigi il 2 aprile 1928 da genitori ebrei provenienti dalla Russia e trasferiti in Francia nel 1917. In gioventù aveva studiato arte, e dopo aver lavorato come insegnante, iniziò a suonare nei circuiti dei locali parigini. Sin dalla adolescenza aveva maturato una rara consapevolezza dei propri limiti; il culto della personalità arrivò molto dopo, gli albori lo vedono riluttante al suo aspetto fisico sebbene la definizione della sua figura avvenne rapidamente: era dissoluto, sulfureo, ma sapeva essere timido e, al contempo, irriverente, sin dalla giovane età capii che soltanto privilegiando le passioni avrebbe potuto distinguersi.

Come è noto raggiunse picchi di popolarità elevatissimi, tanto da essere considerato pressoché intoccabile in patria.Tutto ciò che produsse e tutto quello che, più in generale, fece in vita, fu improntato ad una lucida coerenza; Gainsbourg ha scritto canzoni di sconcertante impatto emotivo: il gusto per l’eccesso e per la provocazione sono temi sui quali il cantante ha costruito la propria carriera; sapeva di essere popolare, e per questo rifuggiva il successo, cercando in ogni modo di rendere incomprensibile la propria opera, compiendo scelte azzardate, non in linea col pensiero comune.

Nonostante la vicinanza con l’Italia e con la Gran Bretagna, la fama non superò mai i confini del suo Paese. Il rock internazionale si accorse del suo genio soltanto dopo la morte. Impossibile compilare una lista esauriente di tutti coloro che si sono ispirati a lui: alcuni, come Beck, Nick Cave, Jarvish Cocker, ne hanno fatto un punto di riferimento della propria carriera, senza tuttavia raggiungere, né tanto meno eguagliare, il talento cristallino e impareggiabile di uno degli artisti più grandi di sempre.
Dopo la sua morte, la figlia Charlotte Gainsbourg ne ha raccolto in parte l’eredità artistica e spirituale e sta da tempo allestendo un museo-memoriale nella vecchia casa di Saint-Germain-des-Prés.

Serge Gainsbourg muore la notte del 2 marzo 1991, nella sua casa di Rue De Verneuil, a causa di un attacco cardiaco. Viene sepolto pochi giorni dopo al cimitero di Montparnasse.

 

9 canzoni 9 … per la decadenza

Lato A

Near Light • Ólafur Arnalds

Another Night In • Tindersticks

Si Tu Disais • Françoiz Breut

Into My Arms • Nick Cave

Lato B

Squalor Victoria • The National

Everything I Am Is Yours • The Villagers

Sad Lover • Mark Lanegan

Angeles • Elliott Smith

Chicago • Tom Waits