Cultura

“Il gelato in piscina non si scioglie”, 33 racconti invitano il lettore a un percorso surreale a tappe sull’esistenza umana

L'autore, Leonardo Altomano, utilizza simboli e mistero lasciando la scelta di decifrare cosa c'è dietro le sue short stories. Se non piace una storia si può saltare ed entrare in un'altra, come se, invece di leggere un libro, avessimo in mano un telecomando. La penultima tappa è forse la più enigmatica: incontriamo in un'osteria Sartre e Camus parlare di esistenzialismo, poi Bukowski, La Rochefoucauld e tanti altri scrittori

Nel libro non viene ammazzato nessuno e quindi non è un giallo. E non è neppure una storia d’amore. Edito da Gremese, il libro attraverso i suoi 33 racconti e la sua commedia finale invita il lettore a un percorso surreale a tappe sulla esistenza umana. Se non piace una storia si può saltare ed entrare in un’altra, come se, invece di leggere un libro, avessimo in mano un telecomando. Ogni racconto più che raccontare una storia vuole regalarci una riflessione. Ma Leonardo Altomano utilizza simboli e mistero lasciando al lettore la scelta di decifrare cosa c’è dietro le sue short stories.

Il gelato in piscina non si scioglie” è una meditazione surreale sulla condizione umana e sui temi universali della vita affrontati con l’ironia, il paradosso e il sogno. Todo Miranda, la regina Ermede, il carcerato poeta, Sascia, Suan, il calciatore, la signora Angela, sono solo alcuni dei personaggi immaginari con i quali Altomano si diverte a interrogarsi. L’eterna incomunicabilità tra gli esseri umani, nella pagina dello scrittore tarantino diventa poesia e paradosso surreale. Nella commedia finale tutti personaggi (gli igienisti, i fidanzati, la madre, il nonno, pensano di dialogare e di essere compresi. Per Altomano la vita non è una linea retta ma il girotondo di una donna che protegge la rosa dei venti. La penultima tappa del libro è forse la più enigmatica: incontriamo in un’osteria Sartre e Camus parlare di esistenzialismo, poi Bukowski, La Rochefoucauld e tanti altri scrittori e infine Milan Kundera dettare il testamento della letteratura. Per la sua ironia surreale, soprattutto nei dialoghi della commedia finale, il libro sembra fare l’occhiolino alle contraddizioni umane care a Woody Allen. In un suo saggio Kundera riporta le riflessioni del poeta ceco Jan Skàcel: i poeti non inventano le poesie, la poesia è in qualche posto là dietro e là da moltissimo tempo il poeta non fa che scoprirla. Forse nel libro si nasconde qualche suo segreto.