Società

Barba e capelli nello smarrimento del maschio occidentale

Due dettagli in altri contesti insignificanti, ma che adesso e qui assumono forse valore simbolico. Mi riferisco all’acconciatura dei capelli che pervade l’occidente giovanile, mi riferisco alla barba a tutto tondo che ormai definisce e circoscrive i volti della meglio gioventù europea.

Il prototipo non dichiarato dei capelli, che consiste nel taglio quasi raso dei capelli sui lati e sulla nuca e in un fluente ciuffo centrale e frontale, si trova in Nord Corea e risponde al nome di Kim Jong-un. E’ lui ad aver lanciato per primo il modello forse tra i più brutti mai pensati nella pur stravagante storia tricologica dell’umanità. Poi i calciatori hanno fatto il resto legittimando lo sgorbio e disseminandolo con la forza della loro valenza attrattiva.

Il risultato è un inquinamento estetico delle nostre periferie con queste teste incongrue dai capelli a piani sfalsati, con ciuffi arrotolati e aggettanti, con onde costruite, si suppone, con un’abnegazione degna di migliore sorte, che trova la sua più riuscita espressione nel triangolo che si viene a formare sulla nuca con la punta verso il basso la cui interpretazione credo metterebbe in ginocchio il più creativo o avventuroso tra i semiologi del nostro tempo.

Poi c’è la barba.

La storia umana ha conosciuto molte fasi nelle quali la barba ha trionfato. Ancora oggi alcune religioni trovano impuro raderla. Ma mi sentirei di escludere questa tra le motivazioni che spingono i miscredenti occidentali a far crescere la loro barba. Oserei però affermare che la barba tra i nostri giovani è forse il segno più eloquente, per quanto inconsapevole, di una sottile e inconfessata egemonia, in senso gramsciano, dell’islamismo in occidente: sono i giovani islamisti ad aver proposto i questi anni la barba come marchio distintivo della loro immagine insieme al lancia razzi in spalla.

Un modello maschile forte, sicuramente estraneo agli sbandamenti identitari dei maschi occidentali, che non deve fare i conti con l’universo femminile e che si propone come unico soggetto della storia.

La barba potrebbe essere tra gli occidentali qualcosa di finalmente irriducibile, qualcosa che nessuna donna potrebbe insidiare, il segno di una ritrovata diversità, elemento di separazione e distinzione che peraltro alimenterebbe desideri aggiuntivi nelle donne.

La barba insomma come segno definitivo dello smarrimento del maschio e del suo illusorio riscatto.