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Primarie Usa, i bianchi arrabbiati bocciano Hillary e premiano Trump

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Il New Hampshire non è uno spaccato dell’America, come non lo era lo Iowa: è solo un pezzo d’America, anche piccolo, non più grande della Lombardia con neppure 1,4 milioni di abitanti. Ma qui, nel New England bianco e tendenzialmente progressista, esce dalle urne delle primarie un urlo di rabbia e di delusione di quella classe media che si sente, a torto o a ragione, trascurata e financo tradita da otto anni alla Casa Bianca del presidente nero Barack Obama. Vincono così l’alfiere dell’anti-politica – Donald Trump, fra i repubblicani – e il crociato anti-establishment e Wall Street – Bernie Sanders, fra i democratici. E perde soprattutto Hillary Clinton: la sconfitta era nell’aria, ma questa è una batosta, che, nei numeri e nella conta dei delegati, ancora pochi, non compromette la nomination, ma che alimenta i dubbi sulla capacità dell’ex first lady d’essere una calamita di consensi.

Si rimescolano le carte, invece, fra i rivali del magnate dell’immobiliare: John Kasich, governatore dell’Ohio, emerge bene al secondo posto con il 16% dei voti, ma un redivivo Jeb Bush, Ted Cruz, vincitore nello Iowa, e Marco Rubio, terzo nello Iowa e che puntava al secondo posto, ma finisce solo quinto, sono tutti in un fazzoletto tra il 12 e il 10%. Per Cruz, il mezzo passo falso era scontato: ultra-conservatori ed evangelici contano poco, da queste parti. E prima o poi i suffragi ora distribuiti fra Kasick, Bush e Rubio confluiranno su uno dei tre.

I risultati del New Hampshire lasciano presagire che l’incertezza su quali saranno i due candidati dei maggiori partiti si protrarrà ancora per settimane, se non per mesi, fino alle convention di luglio. Finora, hanno votato due Stati che rappresentano insieme meno d’un 60° dei cittadini e dei delegati. E ora tocca a South Carolina e Nevada; poi, martedì 1° marzo, ci sarà il Super-Martedì, con 14 Stati alle urne.

Il quadro potrebbe ulteriormente complicarsi se dovesse scendere in lizza come indipendente Michael Bloomberg, tycoon dei media: due candidati ‘polarizzati’ come Trump e Sanders gli lascerebbero uno spazio al centro enorme.

Nonostante la neve abbondante, la partecipazione al voto nel New Hampshire è stata notevole: molti seggi hanno dovuto protrarre l’apertura, vista l’affluenza. Gli elettori di entrambi i partiti hanno votato senza pensare all’eleggibilità del loro campione, ma contro gli apparati partitici; e giovani e donne hanno di nuovo preferito Bernie a Hillary. Nel 2008, quando fallì la nomination, Hillary aveva perso nello Iowa, ma vinto nel New Hampshire.

L’ex governatore della Florida, favorito all’inizio della corsa, Jeb Bush, tiene viva la sua campagna: molti suoi finanziatori avevano avvertito che non lo avrebbero più sostenuto se fosse andato a fondo pure qui. Sembrano in bilico, invece, le campagne del governatore del New Jersey Chris Christie (8%) e ancor più quelle del guru nero Ben Carson, dell’unica donna Carly Fiorina, e di tutte le altre comparse repubblicane, già deludenti nello Iowa.