Politica

Elezioni Napoli 2016, Riesame conferma richiesta di arresto per senatore De Siano. E Forza Italia teme per la corsa di Lettieri

Il senatore accusato di corruzione e turbativa d'asta è coordinatore del partito azzurro in Campania. Ora Palazzo Madama dovrà esaminare il suo caso e il partito teme contraccolpi sulle chance del candidato di arrivare al ballottaggio. Alla guida degli azzurri campani potrebe arrivare Mara Carfagna

Il Tribunale del riesame conferma la richiesta di arresto ai domiciliari per il senatore Domenico De Siano (nella foto) e Forza Italia entra in fibrillazione in vista dell’elezione del nuovo sindaco di Napoli nelle amministrative di primavera. De Siano, accusato di corruzione e turbativa d’asta in un’inchiesta sugli appalti per il servizio rifiuti in alcuni Comuni dell’isola d’Ischia, è infatti il coordinatore regionale del partito. Con il pronunciamento del Riesame, il Senato dovrà pronunciarsi sulla richiesta del Tribunale del capoluogo partenopeo, e la procedura rischia di intrecciarsi pericolosamente con la corsa di Gianni Lettieri, l’imprenditore su cui il partito di Silvio Berlusconi punta per la successione di Luigi De Magistris. Il ballottaggio è considerato alla portata di Lettieri, da qui il timore che la vicenda giudiziaria del senatore De Siano possa far sfumare ogni speranza.

Quando il gip di Napoli ha amesso l’ordinanza nei suoi confronti – nella quale gli si contesta anche di aver gonfiato il tesseramento in vista del congresso di Forza Italia del 2012 – De Siano ha incassato la fiducia di Berlusconi e dello stato maggiore azzurro. Ma dopo la conferma del Riesame, le attestazioni di solidarietà scarseggiano e il partito discute del suo possibile successore alla guida di Fi Campania. Si fanno i nomi di Mara Carfagna, Giuseppina Castiello e Paolo Russo. Per ora si tratta solo di indiscrezioni, ma a emergere con nettezza è la richiesta che l’eventuale successore di De Siano sia un forzista locale, per evitare di dare l’impressione di un commissariamento dall’alto e di una scarsa fiducia nella classe dirigente locale. L’ultima parola spetterà a Berlusconi.