Società

Family Day: a quella piazza io, prete, cattolico, oppongo la mia resistenza

Ora che le piazze sono soddisfatte e anche etichettate, laiche e cattoliche, con pressione muscolare e avvertimenti elettorali, tutti vissero felici e contenti nella convinzione esclusiva di avere ragione sugli avversari o meglio nemici. Finalmente la famigerata Cirinnà, che è anche Cirinnò, verrà approvata e sarà una delle peggiori leggi della Repubblica perché snaturata a livello di elastico che misura la distanza tra le due piazze e anche l’equidistanza dei politicanti del voto di scambio che non si fanno scrupolo di manifestare contro se stessi in nome di «alti valori superiori», tradotti in una decina di posti in più nel governo. Renzi paga in posti, inversamente proporzionali al valore intrinseco della congrega di Al Fano e della congregazione di Scelta Civica. Quando si dice l’etica!

Il sedicente «mondo cattolico», ritenendo non sufficiente l’atteggiamento del cardinale Bagnasco, che pur ha assunto un volto truce e battagliero, ha riesumato anche le mummie che credevamo sepolte e stagionate come il card. Ruini, il difensore della legge 40 e del fallimento del referendum a essa allegato, nonostante quella legge sia stata azzerata da una miriade di sentenze dentro e fuori i confini della sacra patria, della santa famiglia e del santissimo dio. In nome di Dio, Patria e Famiglia, alle crociate!

La piazza cattolica, per l’occasione al Circo Massimo, forte della presenza di appena e non più di 300mila persone, comprese suore vergini, preti e frati celibi, vescovi, non sappiamo, tutti astemi di famiglie ufficiali, ma molti esperti in famiglie altrui, ha fatto un botto che lascerà il segno di morte sul sedicente cattolicesimo senza fede e tutto politicante. Come cattolico, credente e praticante, dichiaro pubblicamente di non avere nulla da spartire con quella piazza, di cui un cattolico coerente e con un minimo di coscienza morale dovrebbe vergognarsi e distanziarsi.

Non nego che vi fossero persone e famiglie oneste e di retta coscienza, andate a testimoniare il loro modo di vivere e percepire la famiglia, anche se dentro un’enorme (o forse voluta?) confusione tra diritti civili, adozione dei figli, utero in affitto, mistero della Trinità e Immacolata Concezione di Maria, messi in un unico calderone senza gusto e senza sapore. Quello che fa specie e dovrebbe inorridire un cattolico è la presenza di figuri e politicanti che non solo hanno deturpato per interesse la piazza, ma hanno svilito lo stesso sentire cattolico, se mai vi fosse stato, annichilendolo ancora di più in un recesso di ignominia e vituperazione.

Gasparri e Brunetta (FI), i gemelli Giovanardi e Formigoni (Ncd), il ministro Galletti (Udc), Fioroni (Pd), Dorina Bianchi (Ncd, ma ex Ccd, ex Udc, ex Margherita, ex Pd, ex Pdl, ex se stessa) e chissà quanti altri delle stesse razze, lingue e tribù. Tutti costoro si vantano di essere cattolici e per questo hanno appoggiato, sostenuto e legiferato ogni nefandezza immorale, hanno difeso e protetto in Parlamento con il voto affiliati alla malavita, hanno votato convintamente tutte le leggi volute da Berlusconi che hanno distrutto non solo lo Stato, ma anche il senso di esso. Hanno votato in Parlamento con giuramento di coscienza che Rugby fosse la nipote di Mubarak. Molti di loro hanno una o più famiglie, qualcuno più larga e qualcuna più stretta. La Bianchi fu relatrice della legge 40 e pasionaria della disfatta del referendum, il suo cattolicesimo d’un pezzo si vede dalle sigle che adornano il suo petto come medaglie di coerenza non solo politica, ma specialmente etica: dove c’è un posto, là c’è la sua coscienza… per il bene del popolo, s’intende!

Costoro che sono da sempre al governo con chiunque e comunque non hanno mai varato una legge a difesa della famiglia né tradizionale né di altro genere, ma hanno sempre firmato leggi a favore di amici e di corrotti, distruggendo lo Stato sociale e facendo aumentare i poveri in modo esponenziale. Essi appoggiano la manifestazione per il ritorno in voti e i vescovi non hanno nulla da dire contro il voto mafioso di scambio? Come si fa a dichiarare immorale una legge che cerca di estendere i diritti a persone che ne hanno diritto, se si accettano presenze e sponsorizzazioni come queste, che sono la quint’essenza della immoralità e della negazione dei cosiddetti principi e valori cattolici? Quei politicanti voteranno quella legge per convenienza e perché hanno ricevuto il prezzo adeguato in posti di governo.

Ho l’impressione che a quella piazza nulla importasse della legge sulle coppie di fatto, ma fosse lì contro la pastorale di Papa Francesco che apparentemente nessuno contesta, ma di fatto tutti maledicono perché apre varchi che fanno vacillare un cattolicesimo senza fondamenta e pauroso, rinchiuso e rintanato nella sicurezza di una mal compresa tradizione di cui non conoscono né la storia né la trama. A questa piazza, io Paolo prete, cattolico, oppongo la mia resistenza morale e teologica perché il Vangelo, assente in quell’assembramento, sta da un’altra parte e, per una volta tanto, sta anche con un Papa che prova a fare sul serio. Mi distinguo da costoro e, anche in solitudine, sto dalla parte dei bambini, dei diritti delle persone etero od omo, non m’importa, dalla parte di una Chiesa che è lievito e non muscoli, proposta e non strumento di politicanti corrotti. Anche le mafie difendono la «Famiglia» tradizionale.