Politica

Unioni civili, al via discussione in Aula. Ma il primo voto dopo il Family Day

Palazzo Madama ha iniziato il dibattito sul ddl Cirinnà. Le prime votazioni in programma martedì 2 febbraio a partire dalle 16.30. Il Carroccio avendo ottenuto più spazio per il dibattito ha annunciato che ha ritirato le oltre 5mila richieste di modifica

Il disegno di legge sulle Unioni civili è arrivato al Senato: oggi è iniziata la discussione, ma i primi voti saranno la prossima settimana dopo il Family Day. In mattinata tensione davanti a Palazzo Madama durante un flash mob organizzato dai giovani di Fratelli d’Italia. Le forze dell’ordine hanno vietato ai ragazzi di esporre uno striscione con lo slogan ‘La vita non si compra’. A calmare le acque è intervenuta la leader Giorgia Meloni e alla fine è stato consentito ai manifestanti di mostrare alcuni cartelli contro la stepchild. “Questa è la democrazia ai tempi di Renzi…”, ha commentato Meloni.

Intanto in Aula è iniziato il dibattito sulle questioni sospensive e pregiudiziali presentate al testo dalle opposizioni. Il voto, come stabilito il 27 gennaio dalla conferenza dei capigruppo di palazzo Madama, si svolgerà martedì 2 febbraio a partire dalle 16.30. A chiedere di posticipare sono stati i senatori della Lega Nord, impegnati oggi a Milano per la convention del partito con il Front national di Marine Le Pen. La settimana prossima, se verranno bocciate le questioni sospensive e pregiudiziali, avrà inizio l’esame degli emendamenti presentati al testo. Il Carroccio, avendo ottenuto maggiori tempi per il dibattito, ha annunciato il ritiro di gran parte delle oltre 5mila proposte di modifica presentate. Non è stata stabilita alcuna data, invece, per il voto finale anche se rimane ferma la volontà del Pd di chiudere la partita unioni civili l’11 febbraio.

Il Pd nei giorni scorsi ha votato in assemblea all’unanimità per l’impianto generale del ddl Cirinnà. Restano però in campo due nodi critici su cui ancora non c’è l’accordo: le stepchild adoption (l’adozione del figlio del partner) e “la disciplina della convivenza” tra persone eterosessuali. Proprio su questo ultimo punto i cattodem, a quanto si apprende, hanno chiesto al presidente dei senatori Pd Luigi Zanda un ulteriore confronto visto che le precedenti assemblee si sono concentrate sulle unioni civili. Il timore avanzato dai cattolici Pd è che, senza intervenire sulla disciplina delle convivenze, si approvi un istituto giuridico ex novo non dissimile dai Pacs alla francese: la proposta sarebbe quindi sostituire alla parola ‘convivenza’ la parola ‘conviventi’, rimarcando che si tratta di diritti personali delle persone stabilmente conviventi. “Noi siamo per i diritti ma occorre tener conto della tutela di istituti come quello del matrimonio”, spiega il vicecapogruppo Pd Stefano Lepri osservando come, creando un nuovo istituto giuridico si rischi di rendere “meno attrattivo” quello del matrimonio più completo nel suo disegno di diritti e doveri.

Prima del voto della prossima settimana, c’è un altro appuntamento atteso con impazienza da chi contesta il ddl Unioni civili: il Family Day.  “Siamo quasi al traguardo”, ha commentato il promotore dell’iniziativa Massimo Gandolfini, “l’organizzazione sta andando molto bene, le adesioni e le partecipazioni sono veramente numerosissime, direi superiori rispetto alle aspettative. Penso che saremo un milione di persone. Al Circo Massimo pensiamo di avere davvero una piazza gremitissima e soprattutto con gente di ogni tipo, di ogni estrazione”.