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Esportazioni, Istat: “A dicembre avanzo commerciale extra Ue a 5,9 miliardi. Il più alto da 22 anni”

Pesa il calo del valore delle importazioni grazie al crollo del petrolio. Nell'intero 2015, rispetto al 2014 le vendite nei Paesi extraeuropei sono cresciute del 3,6% mentre l’import è risultato sostanzialmente stabile

A dicembre del 2015 la differenza tra il valore delle esportazioni dell’Italia nei Paesi extra Ue e quello delle importazioni è stato di 5,9 miliardi, il livello più alto da gennaio 1993. Lo rileva l’Istat, secondo cui su base annua l’export del mese è aumentato del 4,1%, che si riduce a +1,2% eliminando l’effetto prodotto dal diverso numero di giorni lavorativi. Le importazioni registrano invece una lieve crescita (+0,3%), che raggiunge il +6,5% se si elimina la componente energetica che è crollata in seguito al calo del prezzo delle materie prime come il petrolio.

Nell’intero 2015, rispetto al 2014, le vendite nei Paesi extraeuropei sono cresciute del 3,6% mentre l’import è risultato sostanzialmente stabile (-0,1%). Al netto dell’energia, l’incremento delle importazioni è stato del 10,2%, oltre il doppio rispetto a quello delle esportazioni (+4,5%). In particolare, la crescita dell’import è molto sostenuta per i beni di consumo durevoli (+16,4%) e i beni strumentali (+15,3%). Sempre su base annua, nel 2015 il surplus è stato di 33,7 miliardi, a fronte di 27 miliardi nel 2014. Al netto dell’energia si arriva a 64,4 miliardi.

L’andamento delle esportazioni è stato diverso a seconda dei mercati. Gli Stati Uniti, con +20,9%, contribuiscono per 3,5 punti percentuali alla variazione annua. Bene anche il Medio Oriente (+8,4%), le cosiddette “economie dinamiche asiatiche” diverse da Cina e Giappone (+3,6%) e l’India (+10,3%). Al contrario, l’export verso la Russia è crollato del 25,2% sottraendo alla variazione complessiva annua dell’export circa 1,3 punti percentuali.