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Cina: Yiwu, la città dove si fabbrica il Natale

Yiwu, una delle ben duecento metropoli che superano il milione di abitanti in Cina, grazie all’inarrestabile esodo dalle campagne alle città. Città anonime, che si assomigliano un po’ tutte. Ma Yiwu è caratteristica, tant’è che è stata definita dall’Onu e dalla Banca Mondiale «il più grande mercato all’ingrosso di beni di piccole dimensioni del mondo».

Ma Yiwu ha una sua ulteriore particolarità. È lì che si fabbrica – in circa 750 aziende – il 60% degli addobbi natalizi e dei regali natalizi mondiali. Tant’è che gli stessi cinesi la definiscono “il villaggio del Natale”. Dagli abeti artificiali alle palle colorate, dai babbi Natale che scalano i balconi ai costumi bianchi e rossi, quasi tutto ciò che è in odore di Natale viene da lì. Un business enorme, per favorire il quale è stato stretto addirittura un accordo tra Cina e Spagna, che prevede il collegamento ferroviario più lungo del mondo dalla città di Yiwu fino a Madrid e che copre circa 13 mila chilometri in circa tre settimane. Il convoglio ferroviario carico della merce natalizia attraversa il Kazakistan, la Russia, la Bielorussia, la Polonia, la Germania e la Francia prima di arrivare al terminal merci di Abroñigal a Madrid. La ferrovia è stata soprannominata “la Via della Seta del ventunesimo secolo”. Il treno porta babbi Natale, e torna indietro carico di vino, prosciutto ed olio d’oliva.

Ma anche se vi si “fabbrica” il Natale, Yiwu però non è affatto un posto felice. Qui gli operai lavorano sei giorni alla settimana con turni quotidiani di 12 ore, per un guadagno che non supera i 200 o 300 euro al mese, ma soprattutto lavorano in condizioni ben poco salutari, tra polveri, solventi e vernici tossiche, come le immagini pubblicate dal The Guardian dimostrano.

Non è felice il presente dei lavoratori e non si prospetta neppure roseo il futuro dell’economia. Dopo dieci anni di crescita galoppante e di investimenti giunti da ogni parte del globo, le sue fabbriche non riescono più a vendere tutto quello che producono. Sono costrette ad abbassare i prezzi, ma nonostante ciò, non risalgono la china. I dati ufficiali del novembre scorso confermano questa tendenza in tutta la Cina, e le borse in picchiata degli ultimi mesi sembrano confermare il trend.

Agricoltori che abbandonano le campagne per ingolfare le città, dove trovano spesso condizioni di lavoro pessime ed inquinamento dentro e fuori la fabbrica, mentre l’economia intanto rallenta. Chissà, forse il miracolo di Natale sta pian piano volgendo al termine.