Politica

Elezioni Torino 2016, l’ex FI Ghigo: “Fassino ha lavorato bene. Renzi è il leader nuovo, grazie a Berlusconi”

E' stato tra i fondatori di Forza Italia. Nel ’94 faceva parte di Publitalia nel gruppo guidato da Marcello Dell’Utri. "Avevamo tanto entusiasmo. Però Berlusconi si è rivelato meno decisionista di Renzi"

La transumanza azzuro-berlusconiana è ormai un’Onda perenne, con la maiuscola, che bagna l’ampia spiaggia del Pdr, il Partito democratico renziano futuro Pdn, Partito della nazione. L’ultimo nome che allunga l’elenco degli ex forzisti iscritti al renzismo è quello di Enzo Ghigo, governatore del Piemonte dal 1995 al 2005.

Dal centrodestra di B. al centrosinistra di Renzi.
Che differenza c’è? (Ghigo ride, apre la porta di casa e posa le buste della spesa). Battute a parte, c’è un dettaglio importante: il centrosinistra finalmente adesso ha un leader, mentre il centrodestra non ce l’ha più.

A Torino lei ha detto che voterà per Fassino, il sindaco uscente.
E mi stupisco di tutto questo clamore. Non sono più un esponente di partito, sono un semplice cittadino.

Però qualche consenso ce l’ha ancora.
Evidentemente sì. Moltissimi amici miei hanno votato Renzi già alle Europee.

Fassino ha telefonato?
Sì e mi ha ringraziato.

Airaudo, il candidato di Sinistra Italiana, ha ironizzato e infierito.
Voto Fassino proprio perché gli ex di Rifondazione non sono più con lui.

Anche Fassino era comunista, un tempo.
Se lo vedessi ancora così non lo voterei. Oggi non ci sono più le ideologie.

Il Partito della Nazione contro i grillini. È il nuovo bipolarismo.
A Torino temo una vittoria del Movimento 5 Stelle. Sono perplesso sulla loro cultura amministrativa. Fassino invece è stato un bravo sindaco.

E il centrodestra?
Non ha nemmeno il candidato e dubito che possa arrivare al ballottaggio.

In più c’è la deriva populista.
Salvini non mi piace.

Berlusconi è finito?
Non rinnego il mio passato, anzi. A lui sono grato ma il processo ineluttabile del tempo colpisce tutti. Lo dico con grande affetto.

Sono tantissime le prime file berlusconiane passate con Renzi. Non è solo semplice trasformismo. È un processo politico.
Non dimentichiamo che lo stesso Berlusconi fece il patto del Nazareno.

Detto questo.
Un certo bipolarismo sta per finire e Renzi è un leader nuovo.

La mutazione genetica del Pd.
Se non ci fosse stata l’innovazione berlusconiana oggi non avremmo Renzi.

Renzi è figlio della vostra rivoluzione liberale.
È figlio di quel cambiamento senza dubbio, ne ha colto soprattutto l’elemento leaderistico.

Lei è stato tra i fondatori di Forza Italia. Nel ’94 faceva parte di Publitalia, il primo nucleo forzista guidato da Marcello Dell’Utri.
Avevamo tanto entusiasmo. Però Berlusconi si è rivelato meno decisionista di Renzi. Aspetti, me lo faccia dire in un altro modo.

Come?
Renzi non ha avuto gli avversari di Berlusconi.

Né girotondi, né piazze.
Esatto, la sostanza è questa.

Dell’Utri cosa le direbbe oggi?
Ha altri pensieri e me ne dispiace. Ma sono certo che il dottor Dell’Utri mi direbbe “bravo”.

Lei sconfisse Livia Turco alle Regionali nel 2000, avrebbe mai immaginato un giorno di appoggiare Piero Fassino?
Mai. Ma lei avrebbe mai immaginato uno come Renzi che sparigliava tutto?

Ghigo fassiniano. Farà effetto dalle sue parti.
Però mi faccia dire che qui ho inventato la politica della “concordia istituzionale”. A Torino, i soldi per le Olimpiadi li ho portati io con il governo Berlusconi. E sono stato il primo a credere nello Slow Food di Carlin Petrini.

Farà comizi?
Mi limiterò a qualche incontro. Aspetto di vedere le liste per muovermi.

da Il Fatto Quotidiano del 13 gennaio 2016

La replica di Piero Fassino a Cosimo Caridi