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Russia, governo taglia le spese del 10% a causa del crollo del prezzo del petrolio

Il primo ministro Dmitri Medvedev a dicembre ha approvato un piano che prevede una riduzione delle uscite di 700 milioni di rubli, circa 9,16 miliardi di dollari. Escluse le pensioni dei dipendenti pubblici. I conti sono sotto pressione perché il budget è stato preparato ipotizzando che il barile rimanesse intorno ai 50 dollari. Ora è sotto i 30

Nel giorno in cui il petrolio è calato per la prima volta dal 2003 sotto i 30 dollari al barile, si è diffusa la notizia che la Russia ha deciso di tagliare la spesa pubblica del 10% perché gli introiti dalla vendita di idrocarburi stanno calando a picco. Lo hanno rivelato due fonti dell’esecutivo a Reuters. I tagli escluderanno diversi capitoli di spesa, tra cui le pensioni dei dipendenti pubblici. Secondo il piano, che è stato approvato in una riunione presieduta dal primo ministro Dmitri Medvedev a dicembre, le amministrazioni hanno tempo fino al 15 gennaio per presentare le proposte su dove intervenire con le sforbiciate, ha riferito una delle fonti. I risparmi complessivi dovrebbero essere pari a 700 milioni di rubli, circa 9,16 miliardi di dollari. I conti pubblici di Mosca sono fortemente sotto pressione in quanto il budget 2016 è stato studiato su un prezzo di 50 dollari al barile.

Sempre martedì la moneta russa, il rublo, è sceso ai minimi storici contro il dollaro Usa per il secondo giorno consecutivo, affossato dal crollo del barile che viaggia vicino ai minimi da 12 anni. La Banca centrale di Russia ha fissato un tasso ufficiale per la valuta nazionale a 76,6 per un dollaro, anche se alla borsa di Mosca il biglietto verde è scambiato con 77 rubli. Si tratta del minimo storico per il rublo.