Zonaeuro

Conti pubblici, da Dijsselbloem nuovo stop all’Italia: “Non esageri con flessibilità”. Sale tensione con Ue

Il presidente dell’Eurogruppo avverte di nuovo il governo Renzi. Mercoledì le critiche del portavoce della Commissione al sottosegretario Gozi per aver definito "inaccettabili" le dimissioni di Carlo Zadra, unico italiano che sedeva nel team di Juncker

“La flessibilità è un margine, si può usare una volta sola. Non si può esagerare”. Così il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem è tornato a chiudere la porta alle richieste del governo Renzi. Dopo le dimissioni “forzate” dell’unico rappresentante italiano nel gabinetto di Jean Claude Juncker e la dura risposta della Commissione Ue ai commenti del sottosegretario Sandro Gozi, continua così a salire la tensione tra l’Italia e Bruxelles.

“L’Italia ha chiesto varie flessibilità: per le riforme strutturali, per gli investimenti, per i migranti. Dipende dalla Commissione Ue. L’unica cosa che posso dire è: non spingiamo. Non si può esagerare”, ha detto Dijsselbloem parlando con la stampa internazionale in occasione della cerimonia di avvio della presidenza olandese del consiglio Ue. “C’è molta flessibilità nelle regole Ue, e la Commissione l’ha esplicitamente chiarita” nella comunicazione dello scorso anno. Ma “la Commissione farà una valutazione ex post” sull’ammissibilità delle richieste italiane, che in tutto valgono l’1% del pil nazionale: circa 16 miliardi di euro.

Mercoledì il portavoce della Commissione Margaritis Schinas aveva criticato la decisione di Gozi di commentare – definendolo “inaccettabile” –  l’addio di Carlo Zadra, unico funzionario italiano in servizio nel gabinetto di Juncker, in seguito a contrasti con il vice capo gabinetto, il tedesco Martin Selmayr. “L’idea di usare i media per fare politica sul personale non è una buona idea. Non lo è mai stata. Non ultimo perché la Commissione europea è una funzione pubblica interistituzionale che lavora a beneficio di tutti. Non siamo l’aggregato dei nostri stati membri, noi lasciamo i nostri passaporti alle porte del Berlaymont. Quindi è una pessima idea usare i media per introdurre la politica e le polemiche sulle questioni del personale”. “Posso aggiungere – ha concluso Schinas- che per la Commissione e per il modo in cui i nostri servizi funzionano, sono solo le qualifiche, i meriti e l’esperienza che contano. Nient’altro. E’ l’unica cosa che ho da dire su questo argomento e penso di aver detto anche troppo”.