Mafie

Quarto, la camorra infiltra anche il M5s: “Consigliere grillino ricattava il sindaco del suo stesso movimento politico”

Indagato il più votato del Comune campano: "Voto di scambio e tentata estorsione con metodo mafioso". Secondo i pm voleva favorire un imprenditore vicino a clan. Il Movimento: "Avviato iter per espulsione"

Ci sarebbe una storia di ricatti e di camorra tutta interna al Movimento 5 Stelle dietro la fotografia del presunto abuso edilizio del sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, finita a novembre su tutti i giornali perché al centro di uno scontro politico nell’unica amministrazione grillina in Campania. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sotto il coordinamento del pm Henry John Woodcock, quella foto sarebbe stata utilizzata dal consigliere comunale M5s, Giovanni De Robbio, il più votato all’ultima tornata amministrativa, per minacciare il sindaco del suo stesso partito.

De Robbio, già sospeso dal M5s il 14 dicembre e ora espulso, era in possesso di quella “aerofotogrammetria” (forse la stessa infilata nei dossier anonimi finiti anche ai media) e l’avrebbe utilizzata con modalità inquietanti per provare a costringere la Capuozzo ad affidare, tra l’altro, il campo sportivo di Quarto ad Alfonso Cesarano, un “grande elettore” del consigliere. Cesarano, gestore di fatto di un’impresa di pompe funebri, sarebbe esponente di una famiglia legata al clan Polverino. De Robbio avrebbe promesso a Cesarano anche un intervento per nominare un assessore con delega al Cimitero e all’Urbanistica in grado di favorirlo nei suoi affari. E’ tutto scritto nelle 11 pagine del decreto di perquisizione eseguito dai carabinieri di Pozzuoli e di Quarto nei confronti di De Robbio e di altre due persone, indagate in un’inchiesta sul voto di scambio politico mafioso che lambisce il clan dominante in un Comune sciolto pochi anni fa per camorra.

I tre “avvertimenti” del consigliere al sindaco
De Robbio è anche indagato in concorso con un geometra, Giulio Intemerato, di tentata estorsione al sindaco con l’aggravante del metodo mafioso. Secondo la ricostruzione dell’accusa, fondata su intercettazioni telefoniche, su alcune testimonianze ancora coperte dal segreto e su due lunghe deposizioni in Procura della Capuozzo, sentita il 21 e il 22 dicembre, il consigliere grillino ha avvicinato il sindaco in tre diverse occasioni – a casa, nell’ufficio del municipio e durante un consiglio comunale di novembre – esibendole l’aerofotogrammetria della casa-studio di famiglia, sottolineando l’esistenza di un “problema di abuso edilizio” e invitandola “contestualmente ed in modo allusivo – scrive il pm, che poi cita parole del sindaco – a ‘stare tranquilla, perché dovevo essere meno aggressiva, non dovevo scalciare, dovevo essere più tranquilla con il territorio’”.

Gli obiettivi: “Gestione del campo sportivo e le nomine di assessori e capi-settore”
In una di queste occasioni, il consigliere si sarebbe presentato con il geometra Intemerato, indicato come persona che custodiva quella foto nella sua cassaforte, e proponendolo come consulente esterno dell’amministrazione comunale nella gestione dei condoni edilizi. In consiglio, poi, De Robbio avrebbe di nuovo preso da parte la Capuozzo per dirle “a quattr’occhi” che sarebbe stato in grado di intervenire su un altro geometra per indurlo a dichiarare il falso riguardo un vecchio sopralluogo nell’abitazione del sindaco. L’obiettivo dell’esponente grillino sarebbe stato quello di condizionare e tenere sotto scacco la Capuozzo per indurla ad affidare la gestione del campo sportivo di Quarto a Cesarano, e provare a intervenire nelle nomine degli assessori e dei capi settore del municipio.

Le intercettazioni: “Adesso portiamo anche le vecchie a votare. La x sul M5s è la cosa fondamentale”
De Robbio inoltre avrebbe promesso a un ex esponente del Pd, Mario Ferro (indagato insieme a lui e a Cesarano per voto di scambio), l’assunzione del figlio nel cimitero comunale in cambio di sostegno elettorale. Una intercettazione del primo giugno 2015, a urne del primo turno da poco chiuse, registra Giacomo Cesarano, figlio di Alfonso Cesarano, quasi esultare con tale Biagio G. per il successo di De Robbio: “Ha chiamato Mario Ferro e me l’ha detto… (De Robbio, ndr) ha preso 927 voti… ci siamo messi con chi vince capito, quella è stata la cosa importante… votiamo a questo, a quello, ma per fare cosa dopo? Per prenderlo nel culo? … Mario Ferro non sta con quelli di Cinque Stelle… Mario Ferro stava con il Pd però… questo De Robbio noi abbiamo fatto l’accordo con lui è capito… Ci siamo seduti al tavolo, papà (Alfonso Cesarano), Mario Ferro, De Robbio si sono seduti hanno parlato hanno chiacchierato, hanno concordato diciamo delle cose loro, hanno parlato di tutte le cose e noi gli abbiamo detto che gli avremmo dato una mano… Hai capito? Non ti preoccupare ti diamo noi una mano a vedere i voti che devi avere…”. Ma c’era ancora un ballottaggio da affrontare e Cesarano jr disse all’amico che bisognava fare l’ultimo sforzo: “Fra di Criscio e il M5S… adesso si deve portare chiunque a votare, chiunque esso sia, anche le vecchie di ottanta anni si devono portare là sopra e devono mettere la X sul M5S che è la cosa fondamentale…”.

Il M5s: “Già avviata la procedura di espulsione”
Il M5s ha già avviato la procedura di espulsione: “Nella lettera inviata a Del Robbio – si legge in una nota – sottolineavamo che il suo comportamento ha violato in modo grave, ripetuto e sostanziale gli obblighi assunti all’atto di accettazione della candidatura, ed i principi fondamentali di comportamento degli eletti del Movimento. Siamo lieti di vedere la piena efficacia dei nostri anticorpi ed inoltre auspichiamo che la magistratura faccia piena luce su questa vicenda che ci vede parte offesa e che siano individuati tutti i responsabili”.