Scuola

Padova, scuola solo per bambini non vedenti. “Non è ritorno a istituti speciali”

A lanciare l'iniziativa è Davide Cervellin, imprenditore veneto e socio della fondazione "Lucia Guderzo": "Nella scuola pubblica non c'è nessun insegnante che sappia il Braille". La retta massima da pagare per le famiglie che decideranno di inviare i propri figli sarà di circa 300 euro al mese

“Basta con i ragazzi ciechi che arrivano alle superiori senza saper leggere e scrivere solo perché in classe non hanno mai incontrato un insegnante che conosce il Braille. Presto a Padova avremo la prima scuola primaria per bambini non vedenti“. A lanciare l’iniziativa è Davide Cervellin, imprenditore veneto e socio della fondazione “Lucia Guderzo” che da anni è impegnata a sostegno dei disabili. Cervellin si innervosisce se si parla di un ritorno al passato, di un passo indietro alle scuole speciali: “Questo è un salto in avanti. La nostra è una visione progressista. Abbiamo riflettuto molto sull’integrazione scolastica, su come è stata implementata; abbiamo confrontato la situazione italiana con quella di altre realtà, raccolto esperienze dirette e abbiamo trovato tanta insoddisfazione”.

Da qui l’idea di dare gambe ad un progetto che mira a dare le basi ai bambini per essere autonomi: la fondazione ha pensato ad una scuola che copra il primo ciclo, ovvero la prima fase quella che va dai sei agli otto anni. Acquisite le competenze necessarie per conoscere il linguaggio dei non vedenti, potranno tornare nella scuola pubblica. Cervellin, che è stato anche presidente della Commissione disabili di Confindustria, ha pronto il piano dell’offerta formativa: se ci saranno iscrizioni, a settembre, potrebbero essere inaugurate le prime due sezioni. Sarà d’ispirazione montessoriana e tutto ruoterà attorno all’insegnamento del Braille ma sarà una scuola aperta a chiunque “perché – spiega Cervellin – vogliamo abbandonare il politicamente corretto delle parole “inclusione/integrazione” e realizzare invece una struttura in cui i contenuti specifici per i ciechi possano essere condivisi e diventare elemento di arricchimento per tutti, a partire dai compagni di classe normovedenti”.

Il costo, di massima, per le famiglie sarà di circa 300 euro al mese: una spesa che dovrebbe essere sostenuta anche grazie ai sussidi dati dallo Stato alle famiglie dei non vedenti.
L’imprenditore ha le idee chiare. A Padova la proposta è stata vista di buon occhio e ci sarebbero già gli spazi dove ospitarla nei pressi del Civitas Vitae della fondazione Opera immacolata concezione. Una risposta ad una scuola pubblica che a Cervellin non piace per nulla: “Crediamo che per un bambino l’istruzione sia una chance. Chi è disabile ha bisogno che questa possibilità non sia sprecata. Nella scuola pubblica non c’è nessuno che sa il Braille e spesso gli insegnanti cambiano più volte nel giro di un anno. Abbiamo bambini giuridicamente e nominalmente iscritti alle scuole ma di fatto non hanno alcun beneficio. Ad oggi non esistono istituti per ciechi: quelle strutture che ci sono fanno da supporto alle scuole pubbliche, nulla di più. So di ragazzi che arrivano alla scuola superiore e non sanno leggere e scrivere; poi ci lamentiamo che i disabili non trovano lavoro“.

Finora non c’è stata alcuna interlocuzione con il ministro ma su questa partita il Governo proprio in questi mesi dovrà aprire un confronto visto che ha una delega prevista dalla “Buona Scuola” sul tema disabili.