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Brasile, fanghi tossici nell’Atlantico. Sarà un’altra strage di pesci

Francamente preferirei senza dubbio alcuno non scrivere questo post. Ma ritengo importante dare aggiornamenti su questa catastrofe senza precedenti di cui ho già dato segnalazione. Mi rendo perfettamente conto che un blog come tanti altri, sebbene ospitato in un giornale importante, non possa fare molto. Ma tant’è.

La verità è che il mondo sta facendo finta di niente e tutti stanno cercando di insabbiare, finché possibile, la realtà della situazione. Il fatto è che il Brasile ha rapporti commerciali importanti con molti paesi e, come già dimostrato molte volte, nessuno osa alzare la voce con il suo governo. Oggi Dilma Rousseff parteciperà alla conferenza sul clima, accolta in uno dei super hotel dove ama di solito farsi ospitare con il suo nutrito staff. Purtroppo non ha perso occasione di denunciare la sua malafede o, perlomeno, la sua scarsa capacità di empatia con il suo popolo, alla faccia di quelli che si ostinano a sostenerla. Visto che si è limitata a “sorvolare” l’area del disastro, senza prendersi la briga (anche solo per ragioni professionali e di immagine) di scendere a terra per condividere con tutti l’immane tragedia e, come sostiene il giornalista brasiliano Wagner Barcelar di Governador Valadares, sentire il puzzo di pesce morto dovuto alla strage di animali quasi totale che ha colpito il Rio Doce. L’aria è irrespirabile.

La marea di fanghi tossici si è ormai, com’era previsto, riversata nell’Atlantico e sarà un’altra strage. Greenpeace ha chiesto un’investigazione approfondita sulla compagnia responsabile del disastro, la Samarco. Il governo federale e quello del Minas Gerais stanno tentando di farla passare, con il loro deplorevole teatrino, come una catastrofe naturale che addirittura avrebbe danneggiato l’azienda. È tutto da vedere ciò che accadrà adesso nell’oceano, dove la marea di fanghi tossici è totalmente fuori controllo. Il problema di fondo, sostiene Wagner Barcelar, è che l’azienda la sta passando liscia poiché i deputati del Minas Gerais (e non solo) hanno avuto le loro campagne elettorali pagate proprio dalla Samarco. Sono in una botte di ferro, come tutti i corruttori del mondo. In condizioni diverse, continua Barcelar, sarebbero stati subito arrestati, anche in questo paese dove la legge prevede l’arresto anche solo per un uccello tropicale catturato. Qui si tratta di una strage senza precedenti per il Minas Gerais e tra le prime cinque catastrofi ambientali di tutti i tempi nel mondo (tra le quali, tanto per dare un’idea, si trova quella di Chernobyl). Il magazine on-line PlayGround chiama il disastro la Fukushyma brasiliana.

Dieci morti e centinaia di senza tetto, un territorio vastissimo devastato per decenni, ma soprattutto la morte totale del Rio Doce e il rischio di malattie neurologiche e cancro, anche sulla lunga distanza, per chi abita nella zona contaminata, specie per chi dovesse bere l’acqua intossicata.

Un disastro immane. Silenzio stampa. Proprio a voler trovare qualcosa di positivo in questa tragedia l’evidenza di come gli interessi economici e di potere siano in grado di passare sopra a qualsiasi altra cosa a livello persino mondiale. I media stessi non sono nient’altro, di solito, che organi del potere.

Francamente mi chiedo fino a che punto tutto potrà essere tenuto nascosto nel mainstream mediatico, visto che l’Oceano Atlantico è un bene di tutti, già a rischio per ragioni climatiche e di altra natura.

Chissà se qualcuno alla conferenza avrà il coraggio e l’onestà di chiedere a Dilma cosa intende fare con l’azienda responsabile e, in generale, con il territorio già ampiamente compromesso (anche per numerose altre ragioni) del “suo” paese.