Società

Fumo: essere o non essere scemi? La rivolta dei tabaccai

Chi scrive è un fumatore. Fumare mi aiuta a scrivere, questo post lo sto scrivendo con una sigaretta in bocca, e una nel portacenere, a volte ne accendo proprio due contemporaneamente, le sigarette mi tengono compagnia. Perché fumo? I film americani mi hanno colonizzato l’inconscio e anche i polmoni? Fumo perché amo Bogart. Forse. Di sicuro c’è questo: il mio tabaccaio mi ha fatto firmare una cartolina di protesta da mandare al Ministero della Salute. Non sono scemo, sono un fumatore consapevole, questo era il concetto che ho firmato, e mentre firmavo ho avuto la netta sensazione di essere un fumatore consapevole, certo, ma consapevole di essere scemo. Consapevole di fare una scelta di morte, come andare al supermercato e prendere una marmellata con la scritta: questa marmellata è velenosa.

Quindi, sono uno scemo consapevole. E siamo tutti contenti. Ogni giorno provo a smettere, preferirei essere un intelligente inconsapevole. Essere uno scemo consapevole mi sembra una scemenza al quadrato. Purtroppo esiste il domani. Ogni giorno mi dico: smetto domani. In fondo domani è un altro giorno, e anche un altro tumore. Magari smetto di fumare e mi viene un tumore perché ho un debole per le salsicce. Chi scrive è anche un carnivoro. Un carnivoro consapevole e vigliacco. Dopo avere visto il documentario di Franju sui vecchi mattatoi di Parigi continuare a mangiare carne è semplicemente “bestiale“. Ma dicevo che sono un vigliacco: amo troppo il filetto al pepe verde. E il prosciutto. Per non parlare delle polpettine al sugo del mio amico Fabrizio. Sono un fumatore carnivoro, quindi. Consapevole, scemo e vigliacco.

Non mi interessa un fico secco (buoni i fichi secchi) di parlare degli interessi economici che gravitano attorno al fumo, mi interessa il foro interiore, la mia coscienza. Perché voglio uccidermi? Il mio amico Silvano Agosti ha la risposta: fumi perché non fai abbastanza l’amore, ogni sigaretta che accendi è una donna che non hai saputo accendere. Quanta ragione nella sue parole. E mi direbbe anche: fumi perché il Potere non vuole che tu sappia che sei un capolavoro, se ogni uomo fosse consapevole di essere un capolavoro della natura non si farebbe sfruttare e derubare della propria irripetibile unicità. Mi è capitato di accendere qualche donna in vita mia e una volta ho incontrato l’amore, ma è andato in fumo. Il fumo mi perseguita. Silvano ha ragione, ma io sono un sonnambulo della ragione, e quindi sono un mostro.

Riepilogando: sono fumatore, carnivoro, scemo, consapevole, vigliacco e mostro. Questo avrei voluto firmare dal tabaccaio e dal macellaio, in quanto fumatore carnivoro, ma devo accontentarmi di non essere scemo, secondo i tabaccai, e uno scemo consapevole secondo il sottoscritto. Domani è un altro giorno. Domani smetterò di fumare. Smetterò di essere mostro, vigliacco e carnivoro. E sarò un uomo intelligente. Intelligente e triste. E vivrò il tempo che mi resta come un uomo sano. E poi finirò al cimitero: un immenso portacenere.