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Nobel per la pace 2016, Caterpillar (Radio2) rilancia la candidatura della bici

L'iniziativa lanciata del programma Rai è partita con una raccolta firme in oltre 50 città italiane. Sara Zambotti, conduttrice: "L’idea l’avevano già promossa". E' necessario presentare la nomination entro il primo febbraio 2016 ma serve il sostegno di un ex Nobel oppure dei parlamentari del Paese di provenienza. "La bicicletta - recita il manifesto della campagna - non causa guerre. È il mezzo più democratico perché permette di muoversi sia ai poveri che ai ricchi"

Si può fare qualsiasi cosa con una bicicletta. “Anche scrivere la storia d’Italia“, sosteneva Gianni Brera. O salvare centinaia di ebrei destinati a campi di concentramento, come fece Gino Bartali durante la Resistenza. La bicicletta è grande. Al punto da meritare il Nobel per la pace 2016. Caterpillar, da qualche giorno, ha deciso di candidarla alla famosa onorificenza mondiale. E l’iniziativa lanciata del programma Rai Radio2, partita con una raccolta firme in oltre 50 città italiane, sta già riscontrando entusiasmo.

Ciclisti e amatori, giovani e vecchi, associazioni culturali e ciclofficine. Tutti vogliono firmare, partecipare, aiutare Caterpillar a portare la bicicletta a Oslo. “L’idea non è nostra”, spiega Sara Zambotti, conduttrice del programma. “L’avevano già promossa un’associazione di Pesaro, o il sito Bikeitalia. Noi l’abbiamo vista in giro, ci è piaciuta tanto e abbiamo deciso di provare a fare le cose sul serio”. Che vuol dire presentare ufficialmente entro il primo febbraio 2016 una candidatura a Oslo (capitale della Norvegia, dove si assegna il Nobel per la Pace, a differenza di tutti gli altri che vengono consegnati a Stoccolma). Per farlo serve il sostegno di un ex Nobel oppure dei parlamentari del Paese di provenienza. “Noi abbiamo già contattato i politici più sensibili a queste tematiche, come Ermete Realacci del Partito Democratico (anche presidente onorario di Legambiente, nda). Speriamo che loro possano occuparsi della parte istituzionale e formale dell’iniziativa. Noi vogliamo creare un movimento d’opinione intorno a questa candidatura”.

Le firme, infatti, non sono richieste dal comitato del Nobel. “Servono però per creare entusiasmo e dare una base concreta a quest’idea”. Per questo sul sito di Caterpillar è stata aperta una sezione dedicata: c’è un “manifesto ideologico, un libero e gioioso collage di inni alla bicicletta”; e si può stampare il modulo in Pdf per la firma, da inviare per posta elettronica all’indirizzo della redazione, o consegnare a mano in diversi punti di raccolta sparsi per l’Italia (“Presto pubblicheremo una lista, che si sta allargando a macchia d’olio”). La burocrazia della Rai impedisce di appoggiarsi a portali specializzati in petizioni, ma l’obiettivo è comunque alto: “In pochi giorni sono arrivate centinaia di adesioni. Fino a febbraio puntiamo a raccogliere decine di migliaia di firme”.

La campagna si concluderà con un viaggio a tappe per l’Europa dell’inviato Paolo Labati, che porterà ad Oslo una bicicletta, la candidatura formale e il plico di tutte le firme raccolte. A Caterpillar ci credono e fanno sul serio. “Il Nobel è un traguardo ambizioso ma forse non irraggiungibile”, conclude Zambotti. Perché – come recita il manifesto – la bicicletta non causa guerre, non inquina, non provoca incidenti. È un modo umile di presentarsi ai popoli, fa crescere i bambini. È il mezzo più democratico, perché permette a tutti di muoversi, poveri e ricchi. Con la stessa identica fatica. “Chi va in bici fischietta, pensa, progetta, canta, sorride. Chi va in macchina, s’incattivisce o s’intristisce. La bicicletta non mi ha mai deluso, la bicicletta è sorriso”, scrivevano il giornalista Marco Pastonesi e il compianto Alfredo Martini, ex ct della nazionale italiana. La bicicletta, insomma, rende l’uomo migliore. E la pace è il premio più importante. In fondo, anche Alfred Nobel dal notaio ci andò in bici.

Twitter: @lVendemiale