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Speciale Pasolini: il ricordo del Fatto con Padellaro, Colombo, Feltri, D’Onghia

“In quelle ore non avevamo alcun elemento di fatto per scrivere che Pier Paolo Pasolini era stato vittima di un agguato fascista, ma solo il sesto senso di Oriana Fallaci che virgolettai fedelmente. Non mi cercò più”. Si apre con il ricordo di Antonio Padellaro (che da giovane cronista del Corriere della Sera fu inviato ad Ostia a documentare l’omicidio) il viaggio de il Fatto Quotidiano tra le memorie corsare di Pier Paolo Pasolini, 40 anni dopo la sua morte sulla spiaggia del litorale romano. Dagli studi della webTv del Fatto, Stefano Feltri (vicedirettore del Fatto), accompagnato da Padellaro e Silvia D’onghia (il Fatto Quotidiano) raccontano la vita, la morte e i nodi irrisolti dell’omicidio dell’intellettuale anche grazie ad Angela Felice (direttrice del Centro Studi Pasolini di Casarsa) e ai contributi video fornitici dalla Cineteca di Bologna che per l’occasione del quarantennale ha fatto tornare nelle sale – in uscita oggi – in versione integrale e restaurata, il suo ultimo e più sulfureo film “Salò o le 120 giornate di Sodoma“. Ad intervenire è anche Furio Colombo, l’ultimo giornalista ad intervistare Pasolini sabato 1° novembre 1975, fra le 4 e le 6 del pomeriggio, poche ore prima che venisse assassinato. In studio c’è l’attore Lorenzo Lavia che legge alcuni brani tratti da Petrolio, il romanzo incompiuto di Pasolini, pubblicato postumo nel 1992. Lavia, insieme ad altri 22 artisti, questa sera al Teatro Argentina di Roma parteciperà a “Testimone carnale“, una maratona di lettute a cura di Dacia Maraini, Antonio Calbi e Francesco Siciliano.
A completare il ricordo di Pasolini da parte del Fatto Quotidiano, c’è l’e-book “1975-2015. Quel che resta di Pasolini” che raccoglie tutti gli articoli pubblicati sull’intellettuale corsaro. L’e-book è in vendita sul nostro store a 0,99 euro ma è gratis per i nostri abbonati
Lo speciale del Fatto Quotidiano ha avuto la regia di Samuele Orini, riprese video e montaggio dei servizi di Paolo Dimalio e Samuele Orini, copertina di Gisella Ruccia