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Legge di Stabilità, quel comma ambiguo che spiana la strada al rinnovo del Lotto a Lottomatica

In base alla norma, i concessionari al momento della scadenza della concessione non avranno più l'obbligo di rendere gratis allo Stato la rete infrastrutturale con cui avevano raccolto e gestito i giochi. In pratica un regalo del governo alla storica società del Lotto che viene messa nella condizione di affrontare la gara da una posizione di forza

Con un comma anodino alla legge di Stabilità, lungo appena una riga, il governo sta tirando la volata a Lottomatica perché possa riacciuffare in carrozza la concessione del Lotto in scadenza a giugno 2016 dopo la bellezza di 22 anni. Scritto in burocratese stretto, il comma dice: “Il numero 26 della lettera b) del comma 78 dell’articolo 1 della legge 13 dicembre 2010 n.220 è soppresso”. Tradotto significa che i concessionari al momento della scadenza della concessione non avranno più l’obbligo di “devolvere”, cioè di rendere gratis allo Stato la rete infrastrutturale con cui avevano raccolto e gestito i giochi. In pratica è di fatto un regalone del governo a Lottomatica che viene messa nella condizione di affrontare la gara per la riassegnazione del Lotto da una posizione di forza.

Nella relazione che accompagna la legge di Stabilità si dice che il comma è stato pensato in vista dell'”aggiudicazione delle nuove concessioni in materia di scommesse, Bingo e gioco a distanza”. E non si fa alcun cenno al Lotto e a Lottomatica. E il direttore dei Giochi, Roberto Fanelli, precisa a ilfattoquotidiano.it che “la devoluzione della rete del Lotto è prevista dall’atto di concessione del 17 marzo 1993 e quindi la norma in esame non rileva ai fini della restituzione della rete Lotto al termine della concessione”. Lasciando intendere che più forte della legge di Stabilità sarebbe il decreto con cui 22 anni fa furono stabiliti tra lo Stato e il concessionario i termini della convenzione per il Lotto. In quel decreto è espressamente prevista la devoluzione della rete.

Ma autorevoli fonti del settore dei giochi forniscono a ilfattoquotidiano.it un’interpretazione completamente diversa. Sostengono che così come è formulata quella norma così criptica non può non valere indistintamente per tutti i concessionari, Lottomatica compresa, che ovviamente se ne avvarrà al momento opportuno. E che grazie a questo minicomma gli eventuali concorrenti italiani e stranieri che volessero puntare alla concessione del Lotto dovranno avventurarsi su un sentiero minato. Preparando i termini dell’offerta per la gara dovranno decidere se inserire pure una somma necessaria a rilevare, cioè ad acquistare da Lottomatica la rete per poter gestire il gioco una volta subentrati. Oppure se prevedere l’allestimento di una rete autonoma investendo cifre gigantesche. Lottomatica, diventata nel frattempo una multinazionale che si chiama Igt con sede a Londra, la rete invece se la può tenere ben stretta, senza più l’obbligo di riconsegnarla allo Stato. L’asimmetria concorrenziale è evidente e la posta in gioco enorme. In un panorama di crisi fortissima del settore dei giochi, il Lotto tiene botta, anzi cresce.

La raccolta lorda l’anno passato è stata di 6 miliardi e 600 milioni di euro. La stima per il 2015 elaborata dall’Agenzia dei Monopoli prevede un incremento di 400 milioni, fino a 7 miliardi di euro. L’incasso ottenuto nel 2014 al netto dell’Iva dal concessionario Lottomatica e dai tabaccai e dalle ricevitorie che materialmente raccolgono le giocate ha sfiorato il miliardo di euro, 948 milioni per l’esattezza. Così ripartiti: 530 milioni i tabaccai e i ricevitori, 418 Lottomatica, grazie ad un aggio molto alto, superiore al 6 per cento. Quest’anno è previsto che gli incassi superino la soglia del miliardo di euro: 560 milioni ai tabaccai, 448 a Lottomatica.

Ovvio che un mercato del genere faccia gola a molti pretendenti, probabilmente più stranieri che italiani perché in Italia sono veramente pochi i soggetti in grado di affrontare la gara. In primo luogo a causa degli onerosissimi vincoli economici per poter partecipare: 700 milioni di euro da sborsare in due rate, nel 2016 e 2017. E ora a causa anche della novità del comma antidevoluzione della rete che sta di fatto costringendo gli eventuali concorrenti a salire sul ring della competizione con un braccio legato dietro la schiena. La rete di raccolta del Lotto non è uno scherzo, con gli uffici postali e le caserme dei carabinieri è una delle presenze più capillari sul territorio nazionale. Le ricevitorie e i tabaccai che raccolgono le puntate sono le bellezza di 33.750, con una media di più di 4 punti di raccolta in ogni comune italiano. Considerando che in ogni punto c’è almeno un terminale (un computer), spesso due, e che quindi la rete è composta da oltre 50mila apparecchi, si ha un’idea di quanto sia gigantesca l’infrastruttura del Lotto. Interpellata sulla faccenda del comma antidevoluzione, Lottomatica non intende rilasciare dichiarazioni e si limita a far presente che gli uffici stanno preparando l’inventario dei beni da restituire allo Stato.