È’ la prima volta, storica, che un tranese ricopre la carica di assessore regionale. Si tratta di un medico che tutti in città chiamano Mimmo. Domenico Santorsola, ematologo, noto nelle cronache nazionali per una sua memorabile salita sui banchi del Consiglio Comunale di Trani è stato designato da Emiliano quale assessore alla qualità della vita ed all’ambiente della Regione Puglia.
Oggi deve occuparsi di una Puglia che punta in alto ed ha lasciato a malincuore i suoi pazienti. Tantissimi e provenienti anche da altre città. Molti di questi gli devono la vita come accade sesso per chi deve affrontare battaglie per curare in campo oncologico ed ematologico. Ma lui ha dovuto assumere questo ruolo scomodo perché tutti lo sanno che Mimmo non si tira indietro difronte alle difficoltà. Adesso c’è l’Ilva, le strategie sui rifiuti, il mare, i parchi da salvaguardare, i tombati da bonificare, insomma un esercito di problemi da affrontare. Lui non appare preoccupato. Capirà, combatterà e probabilmente vincerà aggiungendosi qualche cicatrice addosso come le tante che si ritrova. Alla fine si accenderà un cubano, fingendo di fumarlo come fa per abitudine dopo ogni “buona battaglia”. Con suo fratello, grande jazzista tranese, Davide Santorsola, scomparso da poco, ci dicevamo che Mimmo è un politico jazz, imprevedibile, solitario ma pronto a creare con gli altri armonie indimenticabili ed uniche. Un medico un po’ Jannacci dal volto di Nicholson, che si nutre di ascolto e che passa all’azione senza tanti scrupoli e bizantinismi che la politica a volte richiede. Un politico imprevedibile che già immagino al tavolo con quelli delle multinazionali del petrolio, con quelli della Monsanto, con i Marcegaglia o i Riva di turno, affermare, dopo averli ascoltati con garbo: “Signori, spiacenti, ma qui in Puglia abbiamo intenzione di costruire una sezione distaccata del Paradiso…cercate altrove i luoghi per le vostre cose…Buona fortuna!”.
Schivo è deciso, uomo difficile per i giornalisti. Non ama farsi intervistare, e al contrario di molti suoi colleghi che si lanciano appena possono su un microfono, lo devi inseguire come Cuccia e poi ti concede un’intervista ma solo se ha fatto qualcosa di concreto e di rilevante, altrimenti tace ed ascolta. Invisibile ma sempre presente, come tutti i politici dovrebbero essere. Io ricordo che quando vivevo a Zurigo, non conoscevo chi fossero i politici, ma la città ed il territorio funzionavano alla perfezione. Da noi invece conosciamo anche il tipo di mobiletto che hanno in cucina i nostri politici e cosa c’è dentro, ma le cose non vanno. Santorsola rappresenta il politico jazz, che ascolta, inventa, si appassiona, si emoziona ma non vuole la ribalta. Nella squadra di un vulcano come Emiliano calza alla perfezione. Insomma sono un po’ come partigiani dei nostri tempi con il motto di Cohen: “but I will go on“.
L’impressione di essere in “buone mani” oggi è già tanto, se poi queste, come nel caso di Mimmo e Michele sono “pulite e continuamente indaffarate” allora “will go on” a tutti.