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Sgravi a imprese terremotate, Ue: “Italia recuperi soldi da chi non ha avuto danni”

La Commissione, dopo un'indagine avviata nel 2012, ha verificato che Roma ha concesso sconti su tasse e contributi senza chiedere alle imprese di dimostrare di essere state danneggiate. Di conseguenza alcune hanno ricevuto agevolazioni senza averne diritto. Il che per Bruxelles equivale a un aiuto di Stato che distorce la concorrenza

Una parte delle aziende abruzzesi che hanno beneficiato di sgravi fiscali dopo il terremoto del 2009 non aveva in realtà subito alcun danno. Ma lo Stato italiano non ha chiesto alcuna prova e ha concesso loro comunque di pagare meno tasse e contributi. Ora quella decisione è finita nel mirino della Commissione Ue, che chiede al governo Renzi di battere cassa e recuperare quelle somme perchè si è trattato di aiuti illegali. A comunicarlo è stato lo stesso esecutivo di Bruxelles, che in una nota fa sapere di aver “constatato che determinate misure di riduzione delle imposte e dei contributi previdenziali obbligatori in zone colpite da calamità naturali adottate dall’Italia sono andate a vantaggio anche di imprese che non hanno subito danni e hanno dato luogo a sovracompensazioni“.

A essere messi in discussione sono tutti gli sgravi introdotti tra il 2002 e il 2011 per favorire le aziende colpite da “sei calamità naturali verificatesi in Italia tra il 1990 e il 2009”. La Commissione ha avviato un’indagine approfondita nell’ottobre 2012 per valutare se fossero in linea con le norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato e ne è emerso che “non erano ben orientate allo scopo di indennizzare i danni arrecati alle imprese a seguito di calamità naturali”, visto che “non obbligavano le imprese a dimostrare di avere subito un danno e non imponevano di provare l’importo dei danni subiti, il che significa che l’importo dell’aiuto non era commisurato al valore effettivo del danno”.

Di conseguenza, alcune imprese hanno ottenuto “un indebito vantaggio economico rispetto alla concorrenza, che deve invece operare senza tale finanziamento pubblico”. Questo “equivale a un aiuto di Stato incompatibile”. Tuttavia, per le catastrofi accadute più di dieci anni fa la Commissione non impone il recupero dell’aiuto visto che “in Italia le imprese non hanno l’obbligo di tenere documentazione contabile per più di dieci anni, il che rende impossibile quantificare la sovracompensazione”. Quindi in quei casi “le autorità italiane sono tenute a recuperare gli aiuti di Stato incompatibili erogati nell’ambito delle misure in esame solamente nei casi in cui i beneficiari non possono aver subito alcun danno perché non avevano alcuna attività economica in zona”. Per il terremoto del 2009 in Abruzzo invece, Roma dovrà recuperare anche l’importo della sovracompensazione ottenuta dalle imprese.