Economia

Fisco, accertamenti e rimborsi in stallo. Entrate: “Rischio buco da 5 miliardi”

Dopo che 800 dirigenti sono stati dichiarati "illegittimi" dalla Corte costituzionale, i controlli vanno a rilento. A fine anno potrebbe mancare all'appello metà dei 10 miliardi che entrano in media nelle casse dello Stato in seguito ai controlli dell'Agenzia

Accertamenti fiscali bloccati, boom di ricorsi, rimborsi Iva e pratiche per il rientro dei capitali dall’estero a rilento. Il governo ha stabilito che per superare l‘impasse causata dalla sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimi 800 dirigenti dell’Agenzia delle Entrate sarà bandito un concorso. Soluzione che però richiederà oltre un anno prima che si torni alla normalità. Nel frattempo, l’attività dell’agenzia è in stallo. E il rischio è che quest’anno gli introiti che derivano dall’attività di accertamento siano molto più bassi rispetto a quelli messi a segno nel 2014, quando dalla lotta all’evasione sono stati ricavati 14,2 miliardi di euro. Secondo il Corriere della Sera, rischiano di mancare all’appello 5 miliardi sui 10 che in media entrano ogni anno nelle casse dello Stato grazie ai controlli delle Entrate. Senza contare che gli annullamenti degli atti, comprese le cartelle esattoriali, firmati dai dirigenti decaduti. Un problema non da poco per i conti pubblici, proprio mentre il premier Matteo Renzi è a caccia delle coperture per la prossima legge di Stabilità e, stando alle promesse di sabato scorso, per ridurre le tasse di 45 miliardi nei prossimi tre anni.

Il problema è che per sostituire gli 800 funzionari che fino allo scorso marzo hanno svolto incarichi dirigenziali senza averne la qualifica, il loro interim è stato attribuito ai dirigenti superstiti. Con il risultato che, per esempio, i responsabili della Direzione provinciale I di Milano e della Direzione provinciale I di Roma ne cumulano otto ciascuno e quello della Direzione provinciale II di Milano addirittura undici. E nel capoluogo lombardo viene gestito il 30% del gettito spontaneo nazionale e il 40% dell’accertato. In tutte le Direzioni regionali, poi, gli uffici Grandi contribuenti e gli uffici antifrode sono diretti ad interim.

In questo quadro, gli accertamenti sintetici a carico dei professionisti procedono a rilento. Ma anche cittadini e imprese sono direttamente danneggiati: a fine giugno, secondo Il Sole 24 Ore, sono stati erogati solo 20mila rimborsi Iva contro i 35mila previsti per il semestre. Stesso discorso per l’esame delle pratiche di voluntary disclosure, che peraltro secondo Il Sole 24 Ore sono finora solo 2mila.

La direttrice delle Entrate, Rossella Orlandi, spinge per una soluzione transitoria che potrebbe passare attraverso un emendamento ad hoc al dl enti locali in discussione al Senato. Il governo ha già depositato una proposta di modifica in base alla quale i dirigenti che coprono uffici ad interim possono conferire deleghe a funzionari della terza area che abbiano maturato almeno cinque anni di esperienza nello stesso ambito. Questi ultimi manterrebbero le funzioni fino a dicembre 2016, acquisendo anche il relativo trattamento economico. Ma all’ipotesi di una nuova “sanatoria” si oppone decisamente il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti.