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Accordo Grecia, le promesse antiausterity di Tsipras mandate in fumo con l’ok dato all’Eurosummit

Taglio del debito, più welfare, rilancio dell'occupazione, meno tasse: sono alcuni dei punti fondanti del "Programma di Salonicco", manifesto alla base della campagna elettorale che portò alla vittoria del leader di Syriza alle elezioni politiche del 25 gennaio. Ma il "Piano di Ricostruzione Nazionale" è naufragato, alla luce del documento con cui l'Eurogruppo promette ad Atene il 3° piano di salvataggio in cambio di riforme

E’ finita male, molto male. A distanza di 9 mesi, il sogno di una Grecia capace di affrancarsi dal dogma dell’austerità imposta da Bruxelles si è trasformato in un incubo. Le premesse, ma soprattutto le promesse – quelle contenute nel Programma di Salonicco datato 15 settembre 2014, manifesto alla base della campagna elettorale che portò alla vittoria di Alexis Tsipras alle elezioni politiche del 25 gennaio 2015 – erano molto belle, ma sono rimaste tali: “Noi ci assumiamo la responsabilità e l’impegno verso il popolo greco per un Piano di Ricostruzione Nazionale che sostituirà il memorandum già nei nostri primi giorni al potere”. Invece, alla luce del documento con cui l’Eurogruppo fa intravedere ad Atene il terzo piano di salvataggio in cambio di riforme, non è andata così.

“TAGLIARE IL DEBITO”. L’EUROSUMMIT DICE NO

Programma di Salonicco – Il manifesto di Syriza era chiaro: “Cancellare la maggior parte del valore nominale del debito pubblico in modo che diventi sostenibile nel contesto di una ‘Conferenza europea del debito’. E successo per la Germania nel 1953. Può anche accadere per il Sud Europa e la Grecia”. Tsipras prometteva inoltre di battersi per “includere un periodo significativo di grazia (“moratoria”) del pagamento del debito per recuperare i fondi per la crescita”.

Documento Eurosummit – Di ridurre il debito non se ne parla: “L’Eurosummit sottolinea che non possono essere intrapresi tagli nominali sul debito”. Se, e solo se, Atene attuerà le riforme chieste dall’Ue nei tempi indicati (entro il 15 luglio dovrà adottare la riforma dell’Iva, quella delle pensioni, quella dell’Elstat, l’istituto nazionale di statistica, e introdurre tagli semi-automatici alla spesa in caso di deviazioni dall’obiettivo del surplus primario; entro il 22 luglio dovrà arrivare la riforma del codice di procedura civile e recepire la direttiva Brrd – Bank Recovery and Resolution Directive – sul fallimento degli istituti di credito) e i risultati saranno verificati “dalle istituzioni e dall’Eurogruppo, potrà essere presa la decisione di dare mandato alle istituzioni di negoziare un memorandum di intesa” e si potrà cominciare a discutere di un “riscadenzamento” e “se necessario” di “periodo di grazia o di pagamenti più lungo”.

“RIDURRE LA TASSAZIONE”. INVECE AUMENTERA’ L’IVA

Programma Salonicco – Alla voce “2° pilastro: riavviare l’economia e promuovere la giustizia sociale” Syriza annunciava di voler combattere “la tassazione eccessiva sulla classe media e su quelli che non evadono fiscalmente” che “ha intrappolato una grande parte di cittadini in una situazione che minaccia direttamente la loro condizione lavorativa, la loro proprietà privata, non importa quanto piccola e la loro stessa esistenza fisica, come dimostrato dal numero senza precedenti di suicidi”. Il partito prometteva anche l'”abolizione immediata dell’attuale tassa unificata di proprietà (ENFIA)”.

Documento Eurosummit – Nove mesi più tardi Tsipras si trova a dover presentare al proprio Parlamento un documento che prevede la “la razionalizzazione del sistema dell’IVA“, un tipo di imposta che fa sentire i propri effetti in primis sulla classe media perché un suo aumento è inversamente proporzionale alla propensione al consumo, e “l’ampliamento della base imponibile per aumentare le entrate”. E in che modo verrà razionalizzato il sistema dell’Iva? La base di partenza è la proposta presentata il 9 luglio dalla stessa Atene ai creditori, in base alla quale l’aliquota Iva dovrebbe essere unificata al livello standard del 23% anche per i ristoranti, mentre resterebbe al 13% solo per alimentari, energia, hotel e acqua. L’aliquota più bassa al 6%, poi, continuerebbe a essere applicata solo a farmaci, libri e teatro. Essendo la proposta greca un punto di partenza, non è escluso che i termini per Atene potrebbero persone peggiorare. Riguardo l’Enfia, poi, lo stesso governo si diceva disponibile a mantenerla anche nel 2015 e 2016.

“300 MILA POSTI DI LAVORO”. L’UE IMPONE LICENZIAMENTI COLLETTIVI

Documento Salonicco: Alla voce “3 ° pilastro: Piano Nazionale per riconquistare l’occupazione” si leggeva: “Un aumento netto di posti di lavoro di 300.000 occupati in tutti i settori dell’economia – privata, pubblica, sociale – dovrebbe essere l’effetto del nostro piano biennale per riguadagnare occupazione“. Costo stimato per il primo anno: “3  miliardi”.

Documento Eurosummit: Il governo greco, si legge nel documento firmato questa mattina, deve “intraprendere sul mercato del lavoro revisioni rigorose e di modernizzazione della contrattazione collettiva” e “in linea con la rilevante direttiva Ue e la migliore pratica, dei licenziamenti collettivi, seguendo il calendario e l’approccio concordato con le istituzioni”. Tradotto: deve prevedere misure più dure sul mercato del lavoro come l’introduzione dei licenziamenti collettivi, e l’abolizione della contrattazione collettiva.

RIFORME E LEGGI PER L’OCCUPAZIONE. UE: “VANNO CANCELLATE”

Legge sulla Democratizzazione dell’amministrazione -Il 5 maggio il parlamento greco aveva varato un progetto di legge intitolato “Democratizzazione dell’amministrazione, lotta contro la burocrazia e correzione delle ingiustizie” e pensato per “riparare alle ingiustizie” verificatesi nell’amministrazione pubblica. Il testo prevedeva il reintegro di circa 4.000 tra agenti della polizia municipale, bidelli, impiegati pubblici e insegnanti che avevano perso il posto in seguito alle misure di austerità imposte negli ultimi anni dalla Troika e l’assunzione di altre migliaia di dipendenti pubblici per un totale di 13mila persone. Non solo: la norma permette anche l’integrazione di 6.000 persone che avevano vinto concorsi nella P.A. ma la cui assunzione era sfumata dopo il congelamento delle assunzioni nel settore pubblico. Il provvedimento vietava, poi, la precettazione durante gli scioperi e facilitava l’assunzione del “personale stagionale”.

Documento Eurogruppo – In base al documento, il governo greco deve ritirare il provvedimento: “Con l’eccezione della legge sulla crisi umanitaria – si legge – il governo greco riesaminerà, per modificarla, la legislazione introdotta in contrasto con l’accordo del 20 febbraio retrocedendo dagli impegni del precedente programma, o individuerà chiare misure di compensazione equivalenti per i diritti acquisiti creati successivamente”. Un esempio: con l’approvazione da parte del Parlamento di un progetto di legge intitolato “Regole per un organismo pubblico di radio-televisione (Ert), società anonima“, l’11 giugno il governo aveva riaperto la tv pubblica Ert (chiusa l’11 giugno 2013 nell’ambito del programma di privatizzazioni delle aziende a partecipazione statale concordato con la Troika) e riassunto 1.700 dei 2.700 dipendenti originari. Ora potrebbero tornare per strada.

“ASSET PUBBLICI PER PAGARE PENSIONI”. UE: “PRIVATIZZAZIONI PER SALVARE LE BANCHE”

Programma Salonicco: “Graduale ripristino di stipendi e pensioni (cui in base alla cura di austerità imposta dalla Troika erano state decurtate tredicesima e quattordicesima, ndr) in modo da far aumentare i consumi e la domanda”. Non solo: “Inoltre, considerando l’enorme sforzo che sarà richiesto per ripristinare le pensioni, il nostro governo, invece di svendere proprietà pubbliche, trasferirà una parte di esse a fondi di previdenza sociale”.

Documento Eurosummit – Le proprietà pubbliche saranno privatizzate, eccome. Verrà creato un fondo ad hoc, con sede ad Atene al quale saranno conferiti gli asset greci da privatizzare: l’obiettivo sarà raggiungere i 50 miliardi. I primi 25 saranno usati per la ricapitalizzazione delle banche. Dopo quella soglia, saranno impiegati per metà in abbattimento del debito e per metà in investimenti. In sostanza, per ottenere la possibilità di impiegare un miliardo di euro in investimenti, la Grecia dovrà cedere 27 miliardi di asset pubblici: i primi 25 andranno agli istituti di credito, un miliardo andrà all’abbattimento del debito pregresso e un altro miliardo andrà finalmente in investimenti.