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Ddl Concorrenza, Commissione giustizia boccia norme del governo sulla Rc auto

I deputati chiedono lo stralcio degli articoli sugli sconti per chi fa installare la scatola nera, rinuncia alla cessione del credito e accetta il risarcimento in forma specifica presso carrozzerie convenzionate e di quello sull'obbligo di identificare i testimoni sul luogo dell’incidente. Da eliminare anche la parte sulla nuova disciplina del danno non patrimoniale per lesioni di non lieve entità e di lieve entità, che aprirebbe la strada a un taglio degli indennizzi

No allo sconto sull’Rc auto per chi rinuncia alla cessione del credito e accetta il risarcimento in forma specifica presso carrozzerie convenzionate. No all’obbligo di identificare i testimoni sul luogo dell’incidente. No alle nuove norme sulla scatola nera. Stralcio dell’articolo sulla nuova disciplina del danno non patrimoniale per lesioni di non lieve entità e di lieve entità, che aprirebbe la strada a un taglio dei risarcimenti alle vittime di incidenti. Sono alcuni delle richieste di modifica al ddl Concorrenza avanzate dalla commissione Giustizia alla Camera, che ha espresso parere favorevole al disegno di legge approvato a febbraio dal governo Renzi ma ha segnalato la necessità di diversi cambiamenti. In particolare per quanto riguarda le norme sulle assicurazioni, contestate in più occasioni dalle associazioni dei consumatori secondo cui le – peraltro eventuali – diminuzioni delle tariffe non basteranno per ammortizzare i costi della scatola nera, che sono a carico del cliente.

Sia sulla scatola nera sia sulla raccolta delle testimonianze relative agli incidenti, la commissione sottolinea che si tratta di norme ripescate pari pari da quelle stralciate l’anno scorso dal decreto destinazione Italia del governo Letta dopo le critiche degli stessi deputati, che avevano ravvisato una chiara collusione con le compagnie assicurative. All’epoca l’esecutivo fece un passo indietro, formalmente per superare “l’ingorgo che metteva a rischio l’approvazione stessa del provvedimento e degli altri decreti”. Ma il successore Matteo Renzi e il ministro dello Sviluppo Federica Guidi hanno riproposto misure identiche. A cui la commissione risponde con identica censura.

In merito alla nuova disciplina del danno non patrimoniale, “riduce notevolmente l’ambito risarcitorio” visto che ad esempio “i pregiudizi dinamico-relazionali (danno esistenziale) devono essere «rilevanti» e accertati su base documentale, mentre le sofferenze psicofisiche possono venire liquidate soltanto laddove di particolare intensità” e “escludendo il danno morale”, senza contare che “sia l’articolo 138 che l’articolo 139 prevedono espressamente che l’ammontare complessivo del risarcimento riconosciuto è esaustivo del risarcimento del danno non patrimoniale conseguente a lesioni fisiche”. Tutto considerato, decreta la commissione, il governo dovrebbe stralciare l’articolo in materia e abbinarlo a una proposta di legge su modifiche al codice civile e al codice delle assicurazioni già depositata alla Camera o sopprimerlo.

Quanto agli “sconti significativi” a fronte della rinuncia alla cessione del credito e del risarcimento in forma specifica presso carrozzerie convenzionate, i parlamentari rilevano “una grave limitazione delle facoltà contrattuali degli assicurati espressamente riconosciute dal codice civile” e la speculare attribuzione di “maggiore forza contrattuale all’assicuratore”. In più, “la disposizione non risulta sorretta da adeguata giustificazione sotto il profilo dell’efficacia del contenimento del fenomeno delle frodi assicurative, la cui origine non risiede nell’istituto della cessione del credito in sé considerato. A fronte della prevedibile inefficacia rispetto allo scopo perseguito, si determina invece sotto il profilo del bilanciamento degli interessi, una compressione sproporzionata e discriminatoria delle facoltà contrattuali di una specifica categoria di creditori”. Ne consegue che “la disposizione dovrebbe essere soppressa”. Lo stesso vale per la creazione di un sistema di carrozzerie convenzionate con le assicurazioni, che “attribuisce, di fatto, all’assicuratore il potere di decidere le condizioni di mercato dell’autoriparazione, con prevedibile riduzione degli standard qualitativi e di sicurezza delle riparazioni”, senza contare che “si creerebbe il rischio di creare un percorso privilegiato verso le imprese fiduciarie dell’assicuratore, spingendo le imprese indipendenti fuori dal mercato e limitando fortemente la capacità contrattuale in tale settore”.