Società

Cancro, un nuovo approccio all’oncologia

Un filosofo “per” la medicina, come me, e un oncologo, primario di una unità complessa di oncologia come GianMauro Numico hanno deciso di scrivere un libro sul cancro a quattro mani: “La complessità che cura, un nuovo approccio all’oncologia” (edizioni Dedalo).

Siamo partiti dalla convinzione di base che saperi anche diversi a certe condizioni permettono una comprensione più estesa e profonda di quella grande, drammatica complessità definita cancro. Siccome la comprensione di qualsiasi malattia è la base per la sua curabilità ne deriva che la filosofia e l’oncologia insieme se ben dosate e ben usate possono accrescerne ragionevolmente i poteri, gli effetti e l’efficacia.

Ma per non sembrare dei ciarlatani che millantano l’ennesimo rimedio miracoloso contro il cancro vediamo di spiegarci meglio e sgombrare il campo da possibili equivoci:

Quindi il filosofo aiuta l’oncologo a essere più adeguato al malato da curare facendo in modo che il malato a sua volta diventi un coautore della propria cura.

Come fa? Non certo riempendo la testa dell’oncologo con delle astratte speculazioni filosofiche e meno che mai spiegando all’oncologo il pensiero dei principali filosofi del 900, ma fornendogli conoscenze molto concrete, cioè scientifiche in un altro modo e in un altro senso, ad esempio quelle:

Il filosofo quindi non cura il cancro ma si occupa degli oncologi che curano il cancro e delle persone che hanno il cancro aiutandoli a pensarsi nella complessità come complessità usando la propria complessità.

Oggi il cancro continua a crescere: aumentano gli italiani che ‘vivono’ con il cancro, (+17% in cinque anni), cinque anni fa i malati di cancro erano 2 milioni e mezzo, oggi sono più di 3 e 1 malato su 4 è completamente guarito. (7°rapporto Favo). Siccome la sua guaribilità per quanto in crescita resta bassa, acquista importanza strategica la curabilità perché è da questa che dipende il grado reale di sopravvivenza.Per cui il libro propone:

Il libro propone alla fine un altro genere di clinica, da quella osservazionale che inizia a ragionare a partire dai sintomi che vede, a quella relazionale che oltre a ragionare sui sintomi delle malattie ragiona sugli esseri malati con gli esseri malati attraverso delle relazioni.