Politica

M5S, Grillo sospende consigliere che denunciò i legami di un candidato con “famiglia mafiosa”

Il capogruppo in Comune a Imperia Antonio Russo ha ricevuto una lettera dallo staff in cui si fa riferimento a reiterate violazioni dei principi del Movimento, senza citarli nel dettaglio: "Ci risulta che lei ha fatto attività propagandistica contro altri consiglieri comunali eletti nelle nostre liste". A metà maggio aveva chiesto di non votare per Daniele Comandini, amico del figlio di un presunto boss e aveva ottenuto il suo passo indietro

Sospeso dal Movimento 5 Stelle “con effetto immediato”. Il consigliere comunale di Imperia Antonio Russo, diventato famoso per aver chiesto pubblicamente di non votare alle Regionali per Daniele Comandini perché amico di un presunto boss della ‘ndrangheta e per aver ottenuto il suo passo indietro dalle liste M5S, ha ancora qualche giorno per appellarsi al comitato d’appello, altrimenti sarà espulso. Il consigliere comunale ha convocato nelle scorse ore una conferenza stampa accusando la candidata M5S in Liguria Alice Salvatore: “Ha promesso al territorio la mia testa in cambio dell’appoggio alle Regionali”.

La procedura di espulsione nei suoi confronti è partita dopo la segnalazione di un’attivista in cui si fa riferimento a numerosi problemi sul territorio (tra cui la chiusura di un Meetup e la decisione di rifiutare alcune candidature per il Comune), al fatto che il consigliere avrebbe votato alle elezioni provinciali nonostante il divieto di Grillo e alla sua “scomunica” nei confronti di Comandini. “La mia denuncia dei legami tra il candidato e la famiglia mafiosa è l’unico motivo per cui sono stato sospeso”, ha detto il consigliere comunale in conferenza stampa.

Nella lettera ricevuta da Russo e pubblicata da Sanremonews.it, lo staff parla di reiterate violazioni dei principi M5S senza però mai citarle nello specifico: “Ci risulta”, si legge nel testo, “che lei ha violato in modo grave, reiterato e sostanziale, gli obblighi assunti all’atto di accettazione della candidatura, e i principi fondamentali di comportamento degli eletti del Movimento 5 Stelle, boicottando sistematicamente l’attività politico istituzionale dei colleghi del M5S, e svolgendo in modo continuativo, in qualità di consiglieri eletti del M5S, attività propagandistica contro altri consiglieri comunali eletti nelle liste civiche del M5S“. E poi si conclude: “Tali violazioni, ciascuna delle quali costituisce di per sé motivo autonomo di espulsione, sono peraltro aggravate in relazione al clamore suscitato dai predetti comportamenti, ed ai danni all’immagine del Movimento che ne sono derivati o che ne potrebbero derivare”.

Il 14 maggio scorso, in piena campagna elettorale per le elezioni Regionali, Russo insieme al Meetup di Imperia aveva lanciato un appello chiedendo di non votare per i candidati della provincia “perché c’erano troppe ombre”. Sotto accusa era stato messo in particolare Daniele Comandini, amico di Carmine Mafodda e figlio di un presunto boss. Il gruppo di Taggia, lo stesso della famiglia Mafodda, alle primarie online per scegliere i candidati per la Regione aveva preso tutti i posti disponibili con quelle che secondo Russo sarebbero state “preferenze sospette”. Comandini dopo essere stato difeso dalla candidata Salvatore, ha poi deciso di rinunciare al seggio in caso di elezione, ma in ogni caso non ha ottenuto le preferenze necessarie.