Cronaca

Domenico Maurantonio ‘non indossava intimo, ma mutande erano vicino al corpo’

Il giovane è precipitato dal quinto piano di un albergo di Milano mentre era in gita con la classe. Su 'Chi l'ha visto?' divulgato un messaggio che ricostruirebbe la dinamica dell'incidente. Secondo gli investigatori però, la comunicazione in chat è inattendibile

Quando è precipitato non indossava gli indumenti intimi ma mutande e pantaloncini sono stati ritrovati vicino al cadavere. Sono gli ultimi particolari che emergono sul caso di Domenico Maurantonio, il 19enne di Padova morto a Milano lo scorso 10 maggio volando giù dalla finestra del quinto piano dell’hotel dove era ospite per una gita di classe a Expo.

E mentre si attendono i primi esiti degli accertamenti medico-legali, tossicologici e di carattere genetico sui reperti prelevati durante l’autopsia, nella scorsa puntata di Chi l’ha visto? è emersa una conversazione su Whatsapp in cui un testimone anonimo, probabilmente un dipendente dell’albergo, avrebbe parlato di uno ‘scherzo’ finito male. Nel messaggio, che risalirebbe allo scorso 12 maggio, il teste scrive ad un’altra persona e racconta che quella notte i ragazzi del liceo di Padova si sarebbero “ubriacati da fare schifo”, decidendo poi di fare “degli scherzoni sui corridoi dell’hotel”. Il “migliore”, prosegue il messaggio, sarebbe stato “defecare per il corridoio del quinto piano”. E uno dei giovani “per fare il figo decide di mettersi sul cornicione per farla dalla finestra … quindi si fa tenere per le braccia dagli amici e ad un certo punto vola giù”.

La madre del ragazzo Antonia Comin nei giorni scorsi aveva chiesto ai compagni che erano con lui in gita di farsi avanti per fare chiarezza su quanto accaduto quella notte. “Non è realistico che nessuno lo abbia visto – ha detto – fra quando ha lasciato la stanza a quando è stato ritrovato cadavere. Chi sa, parli”.

Verifiche sul messaggio in chat –  Secondo la Squadra mobile milanese il messaggio apparso su Whatsapp “è inattendibile”. Gli investigatori hanno precisato che l’autore di quel messaggio “è stato a lungo cercato e infine individuato ma non sa niente”. Il capo della mobile Alessandro Giuliano sostiene che “la persona in questione è un frequentatore dell’albergo. Tutto ciò che ha scritto è frutto di un passaparola, di notizie apprese sui giornali o in televisione. Non è un testimone diretto”.