Donne di Fatto

Stupro, lettera ad una vittima

Cara amica,

se ti capiterà di essere stuprata e vorrai rendere noto l’accaduto, dovrai ricordare alcune essenziali cose. Fatto salvo qualunque diritto dell’accusato, tenendo conto della presunzione di innocenza, il garantismo e il diritto a non subire gogna, linciaggi e a ottenere un giusto processo, questo è quanto dovrai ricordare.

Se lo stupro avverrà per mano di un familiare, e se quel familiare non è uno straniero, uno di religione musulmana, quello di cui si dice che è sempre molto cattivo con le donne che vogliono occidentalizzarsi, allora sappi che per lo più non ti crederà nessuno. Non solo. Il più delle volte ti ritroverai tutta la famiglia contro. Se lo stupro avverrà fuori casa, e ne sarà responsabile un italiano, impara che ti diranno sempre che è colpa tua. Te la sei voluta. Sicuramente ci stavi, l’hai provocato, menti spudoratamente e – secondo l’omertosa e sessista famiglia dell’accusato – sei tu la sgualdrina e vuoi rovinare la vita del tuo stupratore.

Se è impossibile mettere in dubbio la tua parola ed è dimostrabile, in modo concreto, il fatto che tu sia stata stuprata, allora diranno che lui è malato, è stato colto da un raptus, o era sotto l’effetto di strane droghe che lo hanno trasformato da potenziale premio nobel per il rispetto dei diritti umani a efferato criminale stupratore.

Se fuori casa ti stupra uno straniero, ricordati che in ogni caso a nessuno importerà di te. Tutti saranno felici di strumentalizzarti per realizzare piani politici razzisti e fascisti contro tutti gli immigrati, contro le immigrate e perfino contro i bambini di pelle, etnia, religione diversa dalla tua. Non avranno alcuna fretta ad accertare la verità e solo in quel caso vedrai riconosciuto il diritto a sentirti abusata. Saranno perciò subito pronti a piazzare il mostro in prima pagina, che sia colpevole o meno, che sia stato identificato da te o anche no, perché i ‘clandestini’, secondo il loro gergo, sarebbero tutti criminali, ladri e stupratori. Gli italiani invece no.

Se fuori casa ti stupra uno straniero, sentirai parlare sempre di castrazione chimica, di linciaggio al ‘negro’, di necessaria ‘sicurezza’. Nessuno ti chiederà come mai eri costretta a prendere il tram, bus, la metro in periferia a tarda ora. Nessuno si interrogherà sulla tua situazione economica. Qualcuno dirà alcune cose, per te insignificanti, sulla ‘certezza della pena’. Nessuno parlerà mai di certezza del reddito.

Se fuori casa ti stuprerà uno straniero sappi che ti crederanno solo se il presunto stupratore è di nazionalità rumena, araba, nord/centro/sud africana. Se ti stupra un americano, un militare statunitense o un qualunque uomo di origine europea, incluso l’italiano che appartiene alle forze dell’ordine, e, soprattutto, se lo straniero che ti stupra è ricco, a nessuno importerà di te e non ti crederanno mai.

Se fuori o dentro casa ti stuprerà un uomo, italiano, straniero, europeo, americano, sappi che è molto concreta la possibilità che ti useranno anche alcune delle donne che dicono di combattere contro la violenza, perché non gli interessano le tue soluzioni o quel che tu hai da dire. A loro serve una vittima per realizzare strategie omologanti che tengano ‘unite’ le donne dimenticando il fatto che siamo diverse, per cultura, provenienza, religione, identità politica e classe sociale. A loro servi tu per legittimare chi usa l’antiviolenza come pretesto per l’utilizzo di ulteriori dispositivi di potere. Gli servi affinché io smetta di occuparmi di rivendicazioni per il reddito e la casa e guardi il mio compagno di lotta come un nemico. Gli servi affinché si possa dire che tutte le donne sono vittime, dimenticando il fatto che ci sono le omofobe, le antiabortiste, le privilegiate, le ricche, le autoritarie che non hanno alcun rispetto della tua libertà di scelta al punto tale che quando impongono la propria visione morale delegittimano la tua opinione e dichiarano presuntuosamente di parlare anche a tuo nome.

In qualunque luogo avverrà lo stupro comunque sappi che i media solitamente ti tratteranno da puttana, da povera vittima che ha bisogno del soccorso del macho forte, il cavaliere, il tutore, o da vittima da prendere a pretesto per votare leggi razziste, piani securitari che servono a inserire in una legge che parla di stupro, che so, qualcosa tipo ‘la repressione degli elfi che non ci lasciano perforare le montagne’.

Dopo lo stupro avrai la sensazione di essere stata stuprata mille volte da tutte le persone che ti hanno usata e ti hanno violentata ancora per vari obiettivi. Potresti chiederti se hai fatto bene a raccontare, se effettivamente questo era il modo attraverso il quale volevi superare la tua brutta esperienza, se non era meglio che te ne stavi chiusa in casa per non incontrare il tuo stupratore e poi tutti gli altri che ti hanno stuprata dopo di lui. Potresti chiederti tutto questo ma dovrai innanzitutto ricordare che tu sei più importante di tutti i fottuti stronzi e le stronze che ti girano attorno come avvoltoi in attesa che il tuo cadavere gli sia utile per legittimare qualunque cosa.

Perciò, se ti capitasse di essere stuprata, puoi fare alcune cose. Forse rivolgerti ad altre donne o anche uomini, a una tua rete sociale di riferimento, una comunità fatta di amici, amiche, fratelli, sorelle solidali che sanno di cosa stai parlando. Persone che si occuperanno di te senza attribuirti la colpa di niente, qualunque sia la provenienza, la collocazione sociale, la posizione economica, del tuo stupratore. Puoi cambiare stato, nazione, ricordandoti però che la violenza non è meno violenza quando accade altrove. Perché non deriva da una etnia o una religione precisi, ma ha una radice culturale che ogni securitarismo e machismo di ritorno non vorranno mai affrontare e di cui negheranno l’esistenza. Puoi altrimenti fare un bel corso di autodifesa, formare una pink gang e difenderti da sola. In ogni caso, sorella, sappi che io sono con te.

With love