Musica

Record Store Day, la ‘festa’ dei negozi di dischi indipendenti: Dave Grohl testimonial di quest’anno

Le iniziative del 18 aprile sono moltissime e solo in Italia saranno più di trecento le pubblicazioni discografiche esclusive: dai Dire Straits con “Honky Tonk Demos” alle 750 copie di “My Squelchy Life” di Brian Eno. L'iniziativa è nata nel 2007 negli Stati Uniti dall'esigenza di riportare ossigeno nei negozi di dischi indipendenti, sempre più piegati dalla concorrenza schiacciante di internet

Da qualche anno a questa parte ogni terzo sabato di aprile arriva puntuale il Record Store Day – festa che attraverso il vinile celebra l’eterogenea cultura dei negozi di dischi indipendenti – celebrazione ideata negli Stati Uniti nel 2007 e diventata evento mondiale nel giro di un paio di anni. L’ambasciatore di questa edizione è Dave Grohl che per l’occasione farà uscire “Songs From The Laundry Room”, EP che comprende brani inediti, cover e demo dei suoi Foo Fighters.

Le iniziative del 18 aprile sono moltissime e comprenderanno negozi di tutta l’Italia, da nord – con i negozi di Carù a Gallarate, Alta Fedeltà a Como, Serendeepity a Milano e Diskotic a Genova – al centro con il Semm Store di Bologna, il Danex di Firenze, Musica Musica di Perugia e la Discoteca Laziale di Roma, fino a sud dove in Calabria la giornata coinciderà anche con l’inaugurazione del “Museo del Rock”, unico esempio in Italia. La lista completa dei negozi che parteciperanno all’evento e delle iniziative da loro promosse è consultabile sul sito ufficiale della manifestazione. Il giorno successivo al Record Store Day, il teatro degli Atti di Rimini accoglierà un imperdibile recital musicale dedicato a Neil Young: “Waterface”, spettacolo di musica-teatro dedicato alla “ditch trilogy” (trilogia ristampata proprio lo scorso anno in occasione del Record Store Day), scritto da Marco Grompi, Pasquale De Fina e Pier Angelo Cantù.

Solo in Italia saranno più di trecento le pubblicazioni discografiche esclusive: “Honky Tonk Demos” dei Dire Straits conterrà quattro brani (tre dei quali inediti) registrati nel 1977 e finiti sulla scrivania del DJ Charlie Gillett, che avrebbe poi mandato in onda “Sultans of Swings” facendo decollare la carriera della band di Knopfler. Saranno disponibili solo 750 copie di “My Squelchy Life” di Brian Eno, contenente il brano inedito “Rapid Eye”, mentre Brian Wilson farà uscire due canzoni dal suo nuovo album che verrà pubblicato a breve, e i Roxy Music una versione inedita del loro disco di debutto “Ladytron”, in attesa della versione deluxe. I R.E.M. reinterpretano “Dark Globe” di Syd Barrett, mentre Steve Reich in occasione del cinquantesimo anniversario del suo fondamentale “Music For 18 Musicians” pubblica quest’ultimo in versione mono e stereo, con l’aggiunta di un album singolo.

I nomi non possono essere citati tutti, ma sono consultabili nel sito ufficiale inglese, o italiano. Tra i tanti ci sono anche i Manic Street Preachers, David Bowie, Marvin Gaye, Flaming Lips, Greatful Dead, Family, Genesis, Robert Plant, Midlake, Django Django, Tamikrest, Father John Misty (molto acclamato dalla critica inglese), e tra gli italiani Pino Daniele, Il Balletto di Bronzo, Battiato, CCCP e Goblin. Il Record Store Day è nato dall’esigenza di riportare ossigeno nei negozi di dischi indipendenti, sempre più piegati dalla concorrenza schiacciante di internet. Nell’interessante documentario di Pip Piper, “Last shop standing – The rise, fall and rebirth of the indipendent record shop”, uscito nel 2012 proprio in occasione del Record Store Day e basato sul libro eponimo di Graham Jones, emerge un dato raggelante: negli anni ottanta solo nel Regno Unito c’erano più di 2.200 negozi indipendenti; nel 2009 se ne potevano contare 269.

Un negozio di dischi che chiude è un pezzo di “storia di vite” che scompare per sempre. La musica non è solo la semplice canzoncina che abbiamo nei nostri supporti tecnologici (dove raccogliamo talmente tanti brani da non ricordarci più cosa davvero possediamo) la musica è qualcosa di molto più concreto e allo stesso tempo astratto: è entrare in un’altra dimensione (negozio fisico) alla ricerca di ciò che si vuole per poi finire con l’imbattersi in dischi sconosciuti, o in persone fino ad allora a noi estranee che ci traghetteranno verso nuovi orizzonti sonori. È il proprietario che conosce ogni singolo solco della sua valle di vinili. È il vinile, ingombrante come solo la bellezza sa essere. Ma soprattutto è una dimensione dello spirito che si è plasmata proprio grazie ai negozi indipendenti, senza i quali saremmo piatti come un MP3.