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Banca Etica: “Non vogliamo come cliente chi fa rientrare i soldi dall’estero”

Il consiglio di amministrazione ricorda in una nota che fin dalla nascita l'istituto "si è astenuto dal rafforzare i volumi della raccolta cavalcando i diversi scudi fiscali approvati dai governi in carica, con procedure più o meno ammiccanti nei confronti degli evasori". E intende comportarsi allo stesso modo anche nel caso della voluntary disclosure dell'esecutivo Renzi

L‘operazione di rientro dei capitali nascosti all’estero procede in sordina: solo un migliaio di domande nei primi tre mesi di operatività della legge sulla voluntary disclosure, secondo Il Sole 24 Ore. Un quadro deludente per il governo, che spera in introiti miliardari per le casse pubbliche. E ora a complicare le cose ci si mette pure un istituto di credito: Banca Etica mercoledì ha ufficializzato che non vuole come cliente chi riporta nei confini nazionali denaro detenuto negli attuali o ex paradisi fiscali.

Il consiglio di amministrazione dell’istituto presieduto da Ugo Biggeri ha stabilito infatti che la banca non acquisirà nuovi clienti “nell’ipotesi in cui la provvista sottesa all’apertura di un rapporto e/o all’esecuzione di un’operazione risulti costituita da fondi oggetto di procedure della “voluntary disclosure” o di altre fattispecie equiparabili, volte alla regolarizzazione da parte del contribuente dei capitali detenuti all’estero e non dichiarati”. Tradotto: non vogliamo depositi di soldi “grigi“, che potrebbero essere frutto di evasione. “Sin dalla sua nascita, 16 anni fa – si legge in una nota dell’istituto – Banca Etica si è sempre astenuta dall’acquisire nuovi clienti e dal rafforzare i volumi della raccolta cavalcando i diversi scudi fiscali approvati dai Governi in carica, di volta in volta con procedure più o meno ammiccanti nei confronti degli evasori fiscali”.

La Banca riconosce come la legge n.186 approvata lo scorso 15 dicembre che definisce le misure per la voluntary disclosure “non si configura come un vero e proprio scudo fiscale”, ma, precisa Biggeri, “abbiamo reputato coerente con la mission di Banca Etica e il suo impegno per un uso responsabile e trasparente del denaro la scelta di non accogliere nemmeno in questo caso i capitali che rientreranno in Italia dopo un tentativo di occultamento all’estero”.

Per i clienti già acquisiti, gli operatori sono chiamati a prestare la massima attenzione ai casi in cui rilevino che i fondi sono stati oggetto di procedure di collaborazione volontaria, “applicando in tali fattispecie misure rafforzate di adeguata verifica”.