Emilia Romagna

Paula Burci torturata e bruciata viva, pm di Rovigo chiede due rinvii a giudizio

La Procura rodigina ha chiesto di fissare l'udienza preliminare per gli imputati Sergio Benazzo, idraulico di Villadose di Rovigo, e Gianina Pistroescu, condannati a Ferrara in primo grado e in appello all’ergastolo

Ricomincia da zero il processo per l’omicidio di Paula Burci. Dopo l’annullamento senza rinvio da parte della Cassazione “per un’eccezione di competenza territoriale” e la scarcerazione di Sergio Benazzo, 39 anni, idraulico di Villadose di Rovigo, e Gianina Pistroescu, 41 anni, condannati a Ferrara in primo grado e in appello all’ergastolo, il pm Davide Nalin della procura rodigina ha chiesto nei giorni scorsi al gup Pietro Mondaini il rinvio a giudizio dei due imputati e ora la fissazione dell’udienza preliminare.

L’accusa è omicidio volontario aggravato. Benazzo e Pistroescu facevano parte infatti della “spedizione punitiva”, cui parteciparono altre persone non identificate, che nel febbraio del 2008 massacrò e bruciò viva la giovane ragazza venuta dalla Romania in Italia per cercare lavoro e costretta invece a prostituirsi. “Spero che la giustizia riparta da dove si è interrotta”. È il commento di Aurelian Burci, il fratello di Paula, riferendosi al fatto che i due assassini della sorella sono tornati a piede libero, sottoposti all’obbligo di dimora e di firma (sul caso è stata depositata anche una interrogazione in parlamento dalla senatrice Pd Laura Puppato).

“Quelle persone devono pagare per quello che hanno fatto a mia sorella – aggiunge Aurelian -; anche se qualsiasi condanna non servirà a far cessare il dolore mio e della mia famiglia. Paula era una persona buona, non avrebbe fatto male a nessuno. E invece è stata uccisa in una maniera orrenda. Nemmeno un cane potrebbe essere ucciso così”.