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Expo 2015, c’è il “camouflage”: bando da 1 milione per nascondere le incompiute

Il costo per la fornitura delle pezze che si metteranno sulle zone non finite è stimato in 100 euro per metro quadro. Intanto il reale stato del cantiere sembra diventato una faccenda top secret: i lavori risultano ultimati in due aree su 24. Per alcune opere la consegna prevista dei lavori sarà a evento abbondantemente avviato

La gara d’appalto per il “camouflage” è partita proprio nel giorno dell’Expo-ottimismo, venerdì 13 marzo, quando Matteo Renzi ha compiuto una turbo-visita al cantiere dell’esposizione universale rassicurando: “Ce la faremo”. “Camouflage” è un elegante francesismo per indicare i mascheramenti con cui nascondere ai visitatori le opere che il 1° maggio, quando si aprirà l’esposizione, non saranno terminate. È l’ultimo bando indetto da Expo spa, mettendo sul piatto la bella cifra di 1 milione e 100 mila euro, più 54 mila di oneri di sicurezza: per “allestimenti di quinte di camouflage”. Praticamente scenografie teatrali.

Il bando precisa che la fornitura sarà consegnata secondo le esigenze che via via si manifesteranno e che “gli interventi sono da realizzare in numerosi punti del sito Expo, la cui definizione è per ovvie ragioni dipendente dal verificarsi o meno di situazioni di necessità”. Insomma: bisognerà correre qua e là a coprire i buchi, a camuffare le incompiute.

Il costo per la fornitura delle pezze che si metteranno sulle zone non finite è stimato in 100 euro per metro quadro. Se ne deduce, fatti i calcoli, che le aree da camuffare potrebbero essere di circa 11 mila metri quadrati.

Qual è, nel giorno della visita di Renzi (49 giorni prima dell’apertura), il reale stato di avanzamento lavori? I giornalisti invitati ad ascoltare le rassicuranti parole del presidente del Consiglio non hanno potuto compiere con lui il giro del cantiere. Non è più aggiornato il “cruscotto lavori”, che nel sito di Expo forniva i dati sullo stato di avanzamento delle opere. Il reale stato del cantiere sembra diventato una faccenda top secret.

Chi vuol prendersi la briga di approfondire può però trovare alcuni dati, aggiornati al 12 marzo 2015, sui fogli di calcolo caricati all’interno dello stesso sito Open Expo, alla voce “dati cruscotto”. I lavori risultano ultimati in due aree (il campo base, dove alloggiano le maestranze, e l’Expo center, porta d’ingresso all’esposizione): solo due, delle 24 in cui è suddiviso il cantiere.

La data di fine lavori per Palazzo Italia, l’edificio più importante dell’Expo, vetrina mondiale del Paese che ospita l’evento, è indicata al 18 aprile; la consegna del rivestimento era fissata per il 16 dicembre, ma gli operai stanno ancora mettendo in posizione i 920 grandi pannelli della copertura. La realizzazione dei vari edifici del Cardo, luogo del Padiglione Italia e riservato alle eccellenze agroalimentari made in Italy, è prevista per il 30 aprile 2015: si può constatare che i lavori sono molto indietro.

Inquietante è poi il termine indicato per gli scavi e le fondazioni dei padiglioni esteri: consegna 1 agosto 2015, quando l’Expo sarà già iniziato da tre mesi. Il 14 agosto, infine – tre mesi e mezzo dall’apertura – è la data fine lavori prevista per la Via d’Acqua, lotto Anello verde azzurro, il canale che corre attorno al sito e alimenta il laghetto detto Lake Arena, con al centro l’Albero della vita. Ma niente paura, arriva il “camouflage”.