Cronaca

Giubileo, cos’è e cosa significa per la Chiesa. Numeri e precedenti

Nella storia della Chiesa ha sempre affascinato i “cronisti” del momento e richiamato a Roma pellegrini da tutto il mondo. Dal primo Anno Santo del 1300 voluto da Bonifacio VIII, che Dante confina nell’Inferno, ai milioni ininterrotti di fedeli che con san Giovanni Paolo II nel 2000 hanno attraversato le porte giubilari delle quattro Basiliche Papali

Dante Alighieri rimase affascinato dalle folle ininterrotte di pellegrini. Martin Lutero, invece, si scagliò duramente contro la vendita delle indulgenze. Nella storia della Chiesa il Giubileo ha sempre affascinato i “cronisti” del momento e richiamato a Roma pellegrini da tutto il mondo. Dal primo Anno Santo del 1300 voluto da Bonifacio VIII, che Dante confina nell’Inferno, ai milioni ininterrotti di fedeli che con san Giovanni Paolo II nel 2000 hanno attraversato le porte giubilari delle quattro Basiliche Papali: San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura. Sarà così, stando alle previsioni, ancora una volta dall’8 dicembre 2015 fino al 20 novembre 2016 quando Papa Francesco aprirà la porta santa della Basilica Vaticana e darà il via all’Anno Santo straordinario della misericordia.

Che cos’è il Giubileo? Le sue origini risalgono al mondo ebraico quando esso era un anno, dichiarato santo, che cadeva ogni 50 anni, nel quale si doveva restituire l’uguaglianza a tutti i figli d’Israele, offrendo nuove possibilità alle famiglie che avevano perso le loro proprietà e perfino la libertà personale. Ai ricchi, invece, l’anno giubilare ricordava che sarebbe venuto il tempo in cui gli schiavi israeliti, divenuti nuovamente uguali a loro, avrebbero potuto rivendicare i loro diritti. La Chiesa cattolica ha iniziato la tradizione del Giubileo con Bonifacio VIII nel 1300. All’inizio la cadenza tra un Anno Santo e l’altro era di 50 anni, ma poi fu dimezzata per consentire a ogni generazione di viverne almeno uno, a causa dell’alto tasso di mortalità.

Cosa significa per la Chiesa? Esso è tra i momenti più importanti della vita della Chiesa, di livello inferiore soltanto a un concilio, ma è anche di grande valore storico e artistico. Per i pellegrini che vengono a Roma il Giubileo è l’occasione per ricevere l’indulgenza plenaria, ovvero la cancellazione totale delle pene previste per i peccati commessi. Le condizioni sono essenzialmente quattro: attraversare almeno una porta santa, confessarsi, comunicarsi e pregare secondo le intenzioni del Papa.

Come si sviluppa? Da Bonifacio VIII a Francesco il Giubileo è stato ovviamente soggetto a significativi mutamenti storici. Ciò che rimane pressoché immutato in una liturgia che attraversa i secoli, le vicende storiche e arriva addirittura a contemplare la nascita della televisione, prima in bianco e nero e poi a colori, è l’apertura delle porte sante. È il rito che segna l’inizio dell’Anno Santo. Anticamente il Papa batteva 3 volte sulla porta murata con un martelletto prezioso, ma fu Wojtyla, nel Giubileo del 2000, a eliminare questo segno e ad aprirla soltanto con le mani. Nel corso dei secoli fedeli da ogni parte del mondo, ma anche milioni di turisti, semplici curiosi o seguaci di altre confessioni religiose, hanno attraversato le quattro porte sante. Con l’arrivo della tv la liturgia di apertura e chiusura del Giubileo ha dovuto coniugarsi con l’esigenze delle emittenti che rilanciano in tutto il mondo le immagini storiche. Altri elementi costanti degli Anni Santi sono le indulgenze plenarie e le opere di carità alle quali sono invitati i pellegrini.

Quanto è standard e quanto è a discrezione del Papa del momento? Ogni Pontefice può convocare un Giubileo straordinario, cioè senza attendere i 25 anni previsti tra un Anno Santo e l’altro. Benedetto XVI, che è stato eletto 5 anni dopo il Giubileo del 2000 e ha terminato il suo pontificato il 28 febbraio 2013, ha ritenuto di non dover indire nessun Anno Santo straordinario. Francesco, invece, appena 2 anni dopo la sua elezione, ha voluto subito aprire un Giubileo dedicato al tema della misericordia con 10 anni di anticipo rispetto all’Anno Santo ordinario che si terrà nel 2025 secondo la prassi consolidata negli ultimi secoli di vita della Chiesa.

I numeri dei precedenti. Quello che Bergoglio aprirà l’8 dicembre 2015 sarà il 29esimo Giubileo della storia della Chiesa cattolica. Tra essi 24 sono quelli ordinari, ciò con cadenze fisse, prima ogni 50 anni e poi ogni 25 anni, come nel 1975 con il beato Paolo VI e nel 2000 con san Giovanni Paolo II. Gli altri cinque, invece, compreso quello del 2015, sono straordinari, ovvero convocati a discrezione del Papa regnante. I Giubilei ordinari si tennero inizialmente ogni 50 anni: 1300 con Bonifacio VIII; 1350 con Clemente VI; 1400 con Bonifacio IX. Ma a partire da Martino V, che ne indisse uno straordinario per il 1423, la periodicità scese a 25 anni come è attualmente oggi. Si celebrarono così regolarmente i Giubilei del 1450, del 1475, fino al 1775.

Non si tenne, invece, l’Anno Santo del 1800 per le vicende napoleoniche: Pio VI prigioniero in Francia fino alla morte nel 1799, Pio VII eletto a Venezia nel marzo del 1800. Così come saltò anche l’appuntamento del 1850 a motivo della fuga di Pio IX a Gaeta nel 1849, dopo l’assassinio a Roma del suo primo ministro Pellegrino Rossi. Regolarmente si svolsero tutte le altre celebrazioni venticinquennali fino a quella del 2000 con Wojtyla. Gli altri quattro Anni Santi straordinari, invece, come quello del 2015, si sono svolti nel 1390, nel 1423, nel 1933 e nel 1983. Quest’ultimo fu voluto da san Giovanni Paolo II per i 1950 anni della redenzione, ovvero della resurrezione di Gesù.

Francesco Antonio Grana