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Isis, jihadisti distruggono antica città di Hatra in Iraq. Era patrimonio dell’Unesco

La notizia della sua distruzione, all’indomani di quella dell'antica città di Nimrud, è stata data da un portavoce del Partito Democratico Curdo, Saeed Mumuzini. Tra i resti della città che sono sopravvissuti fino all’avvento del califfato c'erano templi costruiti con tecnica romana che ne attestavano la grandezza della civiltà

La furia degli jihadisti dello Stato Islamico si è abbattuta ancora una volta sul patrimonio archeologico iracheno. Secondo la tv curda Rudaw, miliziani dell’Isis hanno raso al suolo, utilizzando dei bulldozer, l’antico sito archeologico assiro di Hatra, nell’Iraq settentrionale. Hatra è un sito del II-III secolo a.C. situato nella provincia di Ninive, dichiarato patrimonio storico dell’Unesco. La notizia della sua distruzione è stata data da un portavoce del Partito Democratico Curdo, Saeed Mumuzini, secondo cui i militanti dell’Is “hanno rubato monete d’oro e d’argento usate dai re assiri e che erano conservate nella città”, ha aggiunto Mumuzini. L’interpretazione estremista del Corano che seguita dallo Stato Islamico lo spinge a considerare inammissibili edifici risalenti all’epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell’Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti.

Il ministero iracheno per il Turismo e le Antichità ha confermato l’accaduto. Un funzionario ha riferito all’agenzia Reuters che il ministero ha ricevuto queste notizie dai suoi impiegati a Mosul, la città irachena più grande in mano allo Stato islamico, ma ha aggiunto che è difficile trovare conferme e che il ministero non ha ricevuto immagini che possano mostrare l’entità dei danni. Un residente della zona, però, racconta a Reuters di avere sentito una potente esplosione stamattina e che altre persone nell’area riferiscono che i militanti dell’Isis hanno distrutto alcuni degli edifici più grandi di Hatra e stanno buttando giù altre parti del sito con le ruspe. Una settimana fa l’Isis aveva diffuso un video in cui si vedevano i militanti che distruggevano le statue nel museo di Mosul, che ospitava manufatti assiri e di periodo ellenistico, e giovedì i jihadisti avevano distrutto con bulldozer i resti archeologici della città assira di Nimrud, a sud di Mosul.

“Questo è un nuovo crimine commesso da Daesh (acronimo dell’Is in arabo, ndr) contro le antichità irachene – ha commentato Hamed al-Jabouri, direttore del dipartimento di Archeologia dell’Università di Mosul, in un’intervista all’agenzia Dpa – si tratta di una perdita irreparabile”. Gli archeologi hanno paragonato l’assalto dell’Isis al patrimonio culturale dell’Iraq alla distruzione dei Buddha di Bamiyan da parte dei talebani nel 2001. Il patrimonio danneggiato dallo Stato islamico, però, non è solo quello di monimenti antichi, ma anche di luoghi di culto musulmani rivali (il gruppo considera eretici gli sciiti) e ha un’estensione più su larga scala.

Ad Hatra furono girate le prime scene de L’Esorcista, film diretto nel 1973 da William Friedkin e tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, che scrisse anche la sceneggiatura. Il film inizia con il ritrovamento, in un sito archeologico, di una statuetta che raffigura il volto del demonio Pazuzu. Uno degli archeologi presenti, Merrin Lankaster, sacerdote cattolico anziano e malato di cuore, rimane molto turbato dal ritrovamento. Il luogo del ritrovamento era proprio Hatra.

Dopo la fondazione da parte dei Seleucidi, dinastia ellenistica che fiorì nel II-III secolo a.C erede di una parte delle terre conquistate da Alessandro Magno, Hatra passò sotto i Parti, diventando nel I e II secolo avanti Cristo un importante centro commerciale e religioso: fiorì come uno dei più importanti centri lungo la Via della Seta, come Palmyra in Siria, Petra in Giordania e Baalbek in Libano. Poi divenne la capitale del primo regno arabo, resistendo ai tentativi di conquista dei romani (tra cui quella guidata dall’imperatore Traiano) e dei persiani grazie alle alte mura rinforzate da torri, prima di essere espugnata dalle truppe dell’impero persiano della dinastia Sasanide nel 240 dell’era cristiana. Tra i resti della città che sono sopravvissuti fino all’avvento del califfato c’erano templi costruiti con tecnica romana che ne attestavano la grandezza della civiltà. Ce ne erano anche altri con schema architettonico di tradizione mesopotamica, babilonese e assira.