Fatti a motore

Salone Ginevra 2015, Marchionne punta a incentivi “per rendere gli ibridi vendibili”

Anche FCA si piega alla legge dell'auto ibrida: in vendita in America nel 2016 la prima plug-in del gruppo. Ma per spingere la tecnologia, l'ad Fca invoca quegli "aiuti" di cui in passato ha detto che "drogano il mercato". Il manager si sbilancia anche sul brand Fiat, che non sarà mai più un produttore generalista, e sul nome della piccola spider su base Mazda: si chiamerà 124

“Non ho mai creduto alla soluzione elettrica, ma ho detto anche in passato che negli Stati Uniti l’ibrid0 è inevitabile, e infatti al Salone di Detroit di gennaio 2016 presenteremo un minivan ibrido plug-in”, ha detto l’amministratore delegato di FCA, Sergio Marchionne, al Salone di Ginevra, dove si è concesso in più occasioni ai microfoni dei giornalisti. Nel 2017 arriverà anche una versione ibrida plug-in della Suv Maserati Levante, ha detto all’Ansa Harald Wester, capo del marchio.

“Però ora che l’industria cerca di risollevarsi non voglio che sia caricata di costi per questo discorso del contenimento delle emissioni”, ha dichiarato Marchionne durante la conferenza con la stampa italiana facendo riferimento ai limiti imposti dall’Europa sull’emissione media di CO2 della gamma (non più di 95 g/km nel 2020). L’ad di FCA ha ipotizzato in quest’occasione il ricorso agli aiuti comunitari, proprio quegli interventi che ripete sempre di non volere perché “drogano il mercato”: “Probabilmente all’inizio avremo bisogno di aiuto per rendere gli ibridi vendibili. Credo che se vogliamo veramente incoraggiarne lo sviluppo dobbiamo trovare il modo per renderli più accessibili al consumatore e in questo può essere che ci sia necessità degli incentivi”. A chi gli contesta che Toyota vende da anni, con profitto, auto ibride, Marchionne risponde che è questione di dimensioni: “Le economie di scala sono importanti per fare bene queste cose”, dice parlando del primo costruttore al mondo, e ricorda che FCA è alla ricerca di un partner industriale con cui lavorare anche sulle nuove tecnologie.

Sempre a Ginevra, il manager italo-canadese ha ridisegnato il futuro del brand Fiat: non sarà mai più un marchio di massa, ha detto Marchionne secondo quanto riporta Automotive News Europe, perché focalizzerà le risorse su modelli ad alta redditività, come per esempio la 500X. “Fiat non offre più, e non intende farlo, una gamma completa di prodotti come quella che hanno i produttori generalisti. Fiat si concentrerà su quello che sa fare meglio”. Nel 2014, tutti e tre i brand di lusso tedeschi Audi, BMW e Mercedes hanno venduto più auto del brand Fiat (586 mila contro, rispettivamente, 726 mila, 676 e 652), ma Marchionne ha detto che FCA non sta cercando di mantenere le quote di mercato perché non ci sono le condizioni economiche per farlo in termini di ritorno sugli investimenti. “Quello che vedrete nei prossimi 5-10 anni sarà un riposizionamento dei marchi e delle quote di mercato come risultato di due cose. La globalizzazione di Jeep e l’introduzione di Alfa Romeo come produttore di auto sportive premium”.

A proposito dell’Alfa Romeo, Marchionne conferma la presentazione della nuova berlina il 24 giugno, ma non sa “se la Giulia si chiamerà Giulia”. Secondo Carblogger, potrebbe anche chiamarsi Cento, per festeggiare il centenario del marchio. Confermato invece il nome della piccola spider Fiat prodotta in Giappone sulla base della Mazda MX-5: si chiamerà 124 Spider, ha detto l’ad ai giornalisti dopo un confronto improvvisato con il capo del marchio, Olivier François. Il nome riprende il modello del 1966 disegnato da Pininfarina. Confermato anche l’arrivo dell’erede della Bravo nel 2016, questa volta prodotta in Turchia.