Scuola

Tfa 2014, Tar dà ragione a E-Campus. “Ma abbiamo già perso centinaia di iscritti”

L’università con sede a Novedrate (in provincia di Como) minaccia una causa milionaria ai danni del Miur. “È un primo passo per fare giustizia. I giudici hanno cominciato a dire che avevamo ragione. E chi aveva torto dovrà pagare”

L’Università E-Campus può attivare i corsi Tfa per l’abilitazione degli insegnanti. Parola del Tar. Peccato che, dopo il provvedimento del ministero che ha estromesso l’ateneo telematico, i candidati siano ormai tutti iscritti altrove. E adesso l’università con sede a Novedrate (in provincia di Como) minaccia una causa milionaria ai danni del Miur. “È un primo passo per fare giustizia. I giudici hanno cominciato a dire che avevamo ragione. E chi aveva torto dovrà pagare”, spiega a ilfattoquotidiano.it Alfonso Lovito, direttore generale di E-Campus.

L’ordinanza cautelare del Tar scrive un nuovo capitolo della querelle sul Tfa in Lombardia, che lo scorso novembre aveva mandato in tilt il sistema d’abilitazione all’insegnamento. A causa di un pasticcio collettivo fra l’Ufficio scolastico regionale, il Comitato regionale per il Coordinamento, il Cineca (lo stesso Consorzio che ha dato vita all’incredibile errore nei test di specializzazione a Medicina) e ministero, in Lombardia erano stati registrati 1900 posti in più del previsto: era stata E-Campus a farne richiesta, avendo i requisiti per inserire la propria domanda formativa sul portale, pur essendo stata esclusa dalle riunioni di concerto fra le varie università. E questo aveva determinato una discrasia nel contingente dei posti. La vicenda si era conclusa tra mille polemiche e ricorsi con l’estromissione dell’ateneo telematico creato da Francesco Polidori, “mister Cepu”. Oggi i giudici gli danno parzialmente ragione, accogliendo il ricorso e annullando il provvedimento ministeriale a fini cautelari. E-Campus può ancora attivare corsi per eventuali iscrizioni in sovrannumero come seconda scelta. “Ma intanto abbiamo perso circa mille studenti”, commenta il direttore Lovito. Dopo l’esclusione, infatti, tutti i candidati hanno effettuato una seconda scelta, svolto le prove selettive e in alcuni casi hanno già cominciato a frequentare le lezioni. “Ci aspettavano una decisione del genere perché la questione è sempre stata molto chiara: il Miur e il Coreco hanno commesso errori macroscopici. Noi siamo stati danneggiati e presto chiederemo di essere risarciti”.

L’udienza di merito si terrà il prossimo 15 aprile e i legali del centro di Novedrate già preparano le carte. Difficile quantificare l’importo della causa: gli iscritti ai corsi di E-Campus erano circa mille, di cui oltre 850 già confermati. Considerando il costo di 2.500 euro a frequentante, il totale tocca quota 2,5 milioni di euro. “Ma poi ci sono anche i danni d’immagine: la nostra reputazione è stata lesa, in futuro gli studenti potrebbero avere timore a rivolgersi a noi dopo quanto accaduto. Con i suoi atti illegittimi il Miur ha suggerito l’idea che noi fossimo un’università di Serie B. Invece è importante ribadire il messaggio che il nostro ateneo telematico è riconosciuto dal Ministero e non ha nulla meno degli altri”, conclude Lovito. Se dunque in primavera il Tar darà definitivamente ragione al ricorso di E-Campus, il pasticcio del Tfa lombardo avrà un ulteriore epilogo in tribunale. In attesa del prossimo bando, a cui l’università telematica ha già dichiarato di voler partecipare.

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