Palazzi & Potere

Salvini e Meloni hanno un progetto, partito unico con Feltri premier

L'obiettivo è arrivare al 20 per cento. Per sfidare Renzi al ballottaggio. Porte aperte agli scontenti delle altre forze politiche. Dalla Saltamartini all'ex governatore sardo Pili. E poi, fittiani e transfughi del M5S. Tutti in fila per un posto

La Lega Nord gioca in grande. Con un obiettivo ambizioso: superare il 20 per cento dei consensi e, con un voto in più del Movimento 5 Stelle, andare al ballottaggio alle prossime elezioni politiche. Contro il Partito Democratico e Matteo Renzi.  Ecco il piano che stanno mettendo a punto Matteo Salvini, Giorgia Meloni e il giornalista Vittorio Feltri. Con una sorpresa aggiuntiva: proprio l’ex direttore dell’Indipendente, del Giornale e di Libero e oggi editorialista dovrebbe essere il candidato premier di questa nuova formazione.

VITTORIO CANDIDATO D’altra parte, nella sua ‘corsa’ al Quirinale, Feltri ha dimostrato di essere un fortissimo collante dei gruppi parlamentari di Carroccio e Fratelli d’Italia: in tutte le votazioni mai una defezione o un voto mancante all’appello da parte dei ‘suoi’ supporters. Insomma, mentre Salvini continui a dichiarare che non ci saranno “listoni o marmellate” con Silvio Berlusconi, l’intento è approdare a un partito unico che costringa il Pd a confrontarsi con una forza politica radicata sul territorio, in grado di raccogliere una buona fetta di antipolitica ma capace anche di presentarsi con un programma e un progetto chiari. Qualcosa insomma che raccolga i consensi degli elettori del Nord, storico bacino della Lega, e anche di quelli del Centro Sud, chiamando a raccolta l’elettorato di centrodestra orfano di Alleanza Nazionale e potenzialmente attratto da Fratelli d’Italia. Il manifesto programmatico sembra già stato scritto domenica 1 febbraio dal candidato premier: “Guardiamo al futuro“, ha scritto  su “Il Giornale” Vittorio Feltri:  “Non si andrà presto alle urne. Se però si dovesse tornare a votare, avremmo una Lega al 15-16 per cento, ovvero leggermente sopra Forza Italia. Se agli ex nordisti (ora lepeniani convinti) rimarranno agganciati gli alleati di Fratelli d’Italia, saremmo di fronte a una coalizione del 20 per cento circa“.

SBARCO IN SARDEGNA Non basta: la nuova creatura del trio Salvini-Feltri-Meloni sta già lavorando per sbarcare anche in Sardegna.Testa di ponte dell’operazione il parlamentare sardo ultraterritorialista Mauro Pili, ex governatore dell’isola, ex capogruppo di Forza Italia alla Camera nel 2006-2008 e, soprattutto, ex delfino di Silvio Berlusconi. Pili, attualmente seduto nel gruppo misto di Montecitorio, in Sardegna è sempre stato tenuto in gran conto. Alle elezioni regionali del 2004 venne sconfitto da Renato Soru, ma è stata la sua unica performance negativa. Da allora sempre riconfermato in Parlamento e, soprattutto, tenuto in grandissima considerazione da tutti i movimenti territoriali della regione, grandi catalizzatori consenso elettorale.Piccolo particolare, ad inizio della legislatura a Pili venne offerta l’iscrizione, come indipendente, al gruppo parlamentare della Lega. Pili rifiutò.

AVANTI BARBARA Ma la campagna di conquista del nuovo partito Salvini-Feltri-Meloni si sta allargando anche su altri fronti. Non è un mistero che Salvini guardi con favore all’ingresso di Barbara Saltamartini, ex portavoce nazionale di Ncd-Udc, dimissionaria dopo l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Lei si è proposta, si è confrontata con Salvini e alla fine il segretario del Carroccio non ha negato che la Saltamartini possa essere una figura interessante. Anche perchè è stata per molti anni il braccio destro di Gianni Alemanno, prima ministro delle Politiche agricole e poi sindaco di Roma, vanta amicizie molto importanti nella capitale soprattutto nelle aree vicine a Casapound e Forza Nuova e porta in dote anche il marito, Pietro Di Paolo, già presente in Consiglio Regionale del Lazio sotto la bandiera di Alfano, fino a che non sarà utile cambiarla.

BUIO FITTO Ancora: molti i contatti con i fittiani di provenienza An alla Camera dei Deputati. Il primo della lista è Maurizio Bianconi, ex tesoriere del Pdl, ora in Forza Italia ma fedelissimo dell’ex governatore della Puglia. Raggiunto al telefono da ilfattoquotidiano.it, Bianconi non ha negato un interesse nei confronti del progetto. “Che io voti spesso in Aula con la Lega è vero – spiega – e che e io in Toscana stia lavorando con la Lega lo è altrettanto, ma noi stiamo cercando di fare qualcosa con Raffaele Fitto in Forza Italia”. Se non ci riuscirà, non è da escludere che Bianconi faccia le valigie e traslochi a casa Salvini-Feltri-Meloni, magari insieme all’amico Pietro Laffranco, esponente di primo piano della destra perugina.

STELLE CADENTI Infine, c’è la trattativa in corso con un bel pacchetto di voti parlamentari ma legati a “soggetti non graditi” alla Lega perchè considerati “non gestibili”. Sono alcuni degli ultimi fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle, guidati da Walter Rizzetto. Il deputato, che può contare origini politiche di destra sembra molto attratto dal progetto. Per Fratelli d’Italia nulla osta e anche i suoi natali triestini potrebbero favorirlo con la Lega. Ma a mettersi di traverso e a volerci veder chiaro è l’intransigente capogruppo del Carroccio Massimiliano Fedriga, una vita dedicata all’impegno territoriale e la ferma volontà di non esporre il suo partito ad alcun rischio. Rizzetto, però, porta in dote anche altri colleghi, quelli che i maligni sostenevano volesse “vendere” al Pd di Renzi. Si tratta dei transfughi M5S Gessica Rostellato (Padova), Aris Prodani (Trieste), Tancredi Turco (Verona) Sebastiano Barbanti (Cosenza). Su tutti, però, l’ultima parola sarà quella di Fedriga, chiamato da Salvini allo scouting a Montecitorio, dove c’è sempre la figura di Nunzia De Girolamo, dissidente del Ncd, corteggiata dai leghisti e anche dalla Meloni.