Scienza

Rosetta, il direttore di volo Accomazzo è il numero uno degli studiosi per Nature

Ha guidato la sonda nel suo viaggio decennale di più di sei miliardi di chilometri verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Lo scienziato: "La sonda fornirà dati scientifici che rimarranno unici per decenni"

Lo abbiamo visto esultare come per la vittoria della squadra del cuore ai mondiali. Le sue urla di gioia hanno fatto il giro del mondo. E sono diventate le istantanee di un evento storico per l’esplorazione dell’universo: il momento in cui per la prima volta, grazie alla missione Rosetta, una sonda costruita dall’uomo ha toccato il suolo di una cometa. A guidare la sonda nel suo viaggio decennale di più di sei miliardi di chilometri verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko un italiano, Andrea Accomazzo, direttore di volo di Rosetta.

Il suo nome è appena stato inserito dalla rivista Nature in cima a una speciale classifica degli studiosi che si sono distinti per i risultati scientifici ottenuti nel corso degli ultimi dodici mesi. Una top ten stilata ogni anno “per dimostrare – spiega Helen Pearson, uno dei caporedattori della rivista britannica – che, al suo cuore, la scienza è uno sforzo umano”. Lo studioso italiano racconta al Fatto.it l’emozione dello sbarco e la tensione scioltasi alla fine in una liberatoria esplosione di gioia.

Cosa ha provato nel leggere il suo nome in cima alla classifica di Nature?
Mi ha colto veramente di sorpresa. Non ne sapevo nulla. In realtà, è successo che un giornalista cileno mi ha contattato per commentare la notizia: io ancora non lo sapevo, cadevo dalle nuvole. Una sensazione un po’ strana, ma sicuramente il segreto ha tenuto.

Un importante traguardo
Mentirei se dicessi che non mi riempie di orgoglio e di soddisfazione, ma allo stesso tempo mi sento un po’ imbarazzato di fronte al team di Rosetta. In fondo, nessuna persona da sola può fare una cosa del genere. Mi auguro che i miei colleghi lo vedano come un riconoscimento collettivo. Se lo fanno, allora vuole dire che ho fatto bene il mio lavoro.

Abbiamo tutti in mente le sue immagini di gioia per lo sbarco di Philae. Può raccontarci le sue sensazioni in quei concitati momenti?
È un po’ strano, in quei momenti sei molto concentrato sul lavoro. Continui a ripassare tutte le fasi e i comandi, per convincerti che nulla sia stato dimenticato. Poi, quando arriva il segnale, ti esplode qualcosa dentro. Nel caso dell’uscita di Rosetta dal lungo periodo d’ibernazione, lo scorso gennaio, è stata gioia pura, come aver segnato un goal. (Ri)cominciava l’avventura. Per Philae c’è stata anche un po’ di stanchezza. Per certi versi è stata quasi una liberazione, anche se con una soddisfazione profonda. Come al fischio finale dell’arbitro, per restare alla metafora calcistica.

Intanto Philae, a corto di energia, si è addormentata. Quando potrebbe risvegliarsi?
Le condizioni per un risveglio potrebbero presentarsi tra giugno e luglio del prossimo anno. Poi bisognerà vedere se Philae sopravvivrà a questa ibernazione prolungata. Se si sveglierà, saremo sicuramente pronti ad ascoltare il suo segnale.

Nel frattempo, quanto è importante individuare dov’è sbarcato il lander?
Per ora non è fondamentale conoscere esattamente dove si trova. Potrebbe essere utile per avere delle previsioni più precise sul suo risveglio, ma sarebbero comunque condizionate da altre incertezze.

C’è il rischio che, con l’avvicinarsi al Sole, l’aumento degli sbuffi di gas sulla cometa possa danneggiare il lander, o addirittura proiettarlo nello spazio profondo?
Non credo che Philae possa essere “sparato” in orbita. È pur sempre una massa di 100 kg su una superficie piccola: ci vorrebbero forze aerodinamiche importanti per sollevarlo. Quello che può succedere è che le polveri lo coprano. In questo caso, potrebbero prevenire il buon funzionamento dei pannelli solari.

La missione Rosetta è stata paragonata al primo “Moon landing”. È d’accordo?
L’ho sempre sostenuto anche io, ma pensavo di esagerare un po’. Visto l’enorme interesse e soprattutto l’entusiasmo che ha destato, penso che il paragone sia azzeccato. Questa missione rimarrà per sempre come una pietra miliare del volo spaziale. Siamo andati oltre ogni limite nell’esplorazione del Sistema solare.

Cosa dobbiamo aspettarci da Rosetta per il prossimo anno?
La sonda fornirà dati scientifici che rimarranno unici per decenni e sarà un punto di riferimento eccezionale per tutte quelle missioni che si propongono di avvicinare e studiare asteroidi e comete. Inclusi gli studi che si fanno nel campo della prevenzione di impatti causati da asteroidi in rotta di collisione con la Terra. Dal punto di vista scientifico, posso solo dire che i nostri ricercatori sono entusiasti dei dati che stanno raccogliendo e del successo della missione. Tutti ci dicono che hanno dati di estrema rilevanza. Ora non resta che aspettare la pubblicazione delle loro teorie e ricerche.