Speciale Quirinale

Quirinale, dalla cena di Fassino ai pro Mattarella: “guerra” tra Ds e Margherita

Ex Ds contro ex Margherita. Gli eredi di Botteghe Oscure contro quelli di piazza del Gesù. A poche ore dalle parole di Giorgio Napolitano che ha finalmente ufficializzato “l’imminente conclusione” del mandato, la successione dell’inquilino del Quirinale passa da lotte intestine che si starebbero consumando all’interno della galassia di largo del Nazareno. Gli ex democratici di sinistra sono più convinti che mai che l’erede di Napolitano debba essere uno di loro. Del resto, confessa a ilfattoquotidiano.it un parlamentare di rito bersaniano, “l’attuale capo dell’esecutivo Matteo Renzi nasce politicamente nella Margherita. Dunque in una logica di equilibri interni al Nazareno il capo dello Stato dovrà essere un ex Ds”.

La conferma è un incontro segretissimo di un paio di giorni fa a piazza delle Coppelle, nell’attico romano dell’attuale sindaco di Torino Piero Fassino. Incontro al quale avrebbero preso parte una serie di parlamentari di area Ds – non solo i renziani per intenderci – e durante il quale sarebbe stata disegnata la strategia da attuare in vista dell’appuntamento clou del gennaio del 2015, quando all’indomani della chiusura del semestre Ue Napolitano lascerà la presidenza della Repubblica.

Dal summit sarebbe emersa una rosa di nomi – Piero Fassino, Pier Luigi Bersani, Franco Bassanini, Anna Finocchiaro e Walter Veltroni. Che nei prossimi giorni una delegazione Pd di rito diessino offrirà al premier-segretario Matteo Renzi. Stando ai desiderata dei gruppi parlamentari Pd a Montecitorio e a Palazzo Madama, in pole position figura l’attuale sindaco di Torino. Fassino riuscirebbe a conquistare sia la galassia renziana che quella bersaniana. E sarebbe “ideale”, spiegano in Transatlantico, per saldare maggiormente il Patto del Nazareno (rinvigorito nelle ultime ore dopo l’accordo sulla clausola di salvaguardia dell’Italicum). Poco dietro l’altro favorito è l’ex segretario Pier Luigi Bersani. Il quale nelle ultime settimane ha svolto una forte mediazione sul delicato provvedimento del Jobs Act e sulla riforma del Senato. Il leader di Bettola, infatti, per distendere il clima fra minoranza e maggioranza del Pd, non ha preso parte ai lavori in commissione Affari Costituzionale facendosi perfino sostituire da un renziano. Anzi negli ultimi giorni ha perfino detto che il capo del governo “si sta muovendo bene”.

Chi non si arrende ancora, invece, è il solito Massimo D’Alema, il quale all’indomani dell’Assemblea Pd si è recato negli uffici del capogruppo alla Camera Roberto Speranza per cercare di rientrare nella partita del Colle. E, seppur outsider, l’ex presidente del Consiglio (D’Alema), avrebbe tutte le caratteristiche per figurare tra i nomi su cui la ditta Berlusconi&Verdini potrebbe convergere. E, soprattutto, allargherebbe il consenso anche al drappello di senatore e deputati, una cinquantina in totale, guidati dal “ribelle” forzista Raffaele Fitto.

Ma non finisce qui. Perché, come dicevamo sopra, il match vede uno di fronte l’altro gli ex Ds e gli ex Margherita. Questi ultimi sono attivissimi nei dietro le quinte del Palazzo e sarebbero intenzionati a fare “all-in” su Sergio Mattarella. Che assicurerebbe, alla luce del prestigioso curriculum (nel 2011 è stato eletto dal Parlamento giudice della Corte Costituzionale), quella “continuità istituzionale” evocata nelle ultime uscite pubbliche da Napolitano. Altrimenti – ma viene considerata una ipotesi remota e “fantapolitica” – “perché non puntare su Francesco Rutelli, il padre nobile di Matteo Renzi?”, si domanda un parlamentare centrista.

Domanda che dovrà passare pur sempre da Renzi. In vista dell’elezione del capo dello Stato l’inquilino di Palazzo Chigi è attivissimo sul fronte Quirinale e avrebbe già fissato una agenda che prevede una serie di incontri con tutti gli ex segretari di Ds, Margherita e Pd. e inoltre con altri autorevoli protagonisti della galassia democratica. Ma, “conoscendo Renzi – spiega un renziano in Transatlantico – potrebbe arrivare un nome fino a oggi tenuto coperto o comunque considerato già bruciato”. L’identikit appare quello del Professore.

@GiuseppeFalci