Cronaca

Caro Renzi, per la Liguria fatti e non tweet

Basta chiacchiere. Basta dichiarazioni. Basta tweet. Presidente Renzi, se vuole aiutare la Liguria servono fatti. Subito.

Lo deve a una regione che ha contribuito tra le prime all’Unità d’Italia. Che ha conquistato la medaglia d’Oro per la Resistenza. Lo deve a due milioni di persone che pagano le tasse allo Stato, ma che soprattutto si sentono ancora italiani nel profondo.

Per salvare la Liguria servono grandi investimenti: un miliardo per mettere in sicurezza il territorio di tutta la regione. Per scongiurare altre tragedie. Per salvare attività economiche e posti di lavoro. Non solo: perché prevenire costerebbe comunque molto meno che rimediare ai danni catastrofici.

I soldi ci sono: il Governo nelle scorse settimane ha deciso di spendere quattrocento milioni per il Terzo Valico, un’opera di dubbia utilità, che per certo riempirebbe soltanto le tasche di banche e imprese. Ancora: il Tav ha visto lievitare i costi del 160 per cento, arrivando ormai oltre i 7 miliardi. Per non parlare dell’autostrada Mestre-Orte da dieci e passa miliardi, voluta dall’imprenditore Vito Bonsignore, politico di centrodestra, ben conosciuto da tanti esponenti del centrosinistra.

Prima di investire in queste grandi opere il Governo deve salvare la Liguria (investendo un ventesimo). Se non lo farà, non avrà scuse. Il resto sono balle.

Non solo: Presidente, se Lei vuole ancora essere creduto, ci tolga immediatamente dai piedi questa classe dirigente che guida la Liguria da decenni e che oggi sventola la bandiera renziana. Parliamo prima di tutto del presidente della Regione, Claudio Burlando: mentre i liguri affondavano nel fango, dovevano anche leggere le intercettazioni di un imprenditore, Gino Mamone, accusato di aver pagato mazzette e mignotte per assicurarsi gli appalti post alluvione. Lo stesso imprenditore confida ai suoi amici, sono parole dei pm, di poter ricattare Burlando per i loro passati rapporti. I liguri non possono vivere con il dubbio di essere guidati da un uomo legato a chi è accusato di rubare sugli appalti delle alluvioni.

Dov’era il Pd ligure mentre tanti suoi esponenti coltivavano rapporti alla luce del sole con i Mamone? Dov’erano i suoi ministri liguri Pinotti e Orlando, mentre si cementificava ogni centimetro quadrato libero e si realizzavano centri commerciali perfino nelle zone a rischio alluvione? Dov’erano? Tacevano, nella migliore delle ipotesi.

Presidente Renzi, se vuole essere creduto salvi la Liguria e ci liberi da questa classe dirigente. Il resto sono balle.

Il Fatto Quotidiano, Lunedì 17 novembre 2014