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Agenzie di rating, rinviati a giudizio a Trani otto manager di S&P e Fitch

Il giudice per l'udienza preliminare ha accolto le richieste del pm Michele Ruggiero, che contestava agli analisti e dirigenti delle società l'"intenzionale manipolazione del mercato finanziario, aggravata dal fatto che è stata commessa ai danni dello Stato italiano e dall’ingente danno patrimoniale"

Sei tra manager e analisti di Standard&Poor’s e altri due dell’agenzia di rating Fitch sono stati rinviati a giudizio dal gup di Trani Angela Schiralli per intenzionale manipolazione del mercato finanziario, aggravata dal fatto che è stata commessa ai danni dello Stato italiano e dall’ingente danno patrimoniale provocato. I rinvii a giudizio, che riguardano anche le due società, si riferiscono a report emessi tra il 2011 e il 2012 sull’affidabilità del sistema creditizio italiano, a “indebiti annunci preventivi” sull’imminente declassamento dell’Italia e al taglio del rating del nostro Paese deciso nel gennaio 2012. Decisione che ha provocato un terremoto sui mercati e un’impennata del differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi (lo spread).

Il gup ha dunque accettato la richiesta di rinvio del pm di Trani Michele Ruggiero, avanzata già nel 2012 e ribadita a settembre durante l’udienza preliminare a porte chiuse, per Deven Sharma, presidente mondiale di S&P Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011, Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa-Londra, gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer e David Pearce, legale rappresentante di S&P-Londra, a cui è contestata la responsabilità amministrativa della società. Per Fitch andranno invece a giudizio David Michael Willmoth Riley, capo rating sovrano della sede di Londra, e il responsabile legale Trevor Pitman, per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.

S&P dopo la decisione ha diffuso una nota in cui spiega di “credere fermamente che queste accuse siano completamente infondate e non supportate da alcuna prova”. “Abbiamo sempre svolto il nostro ruolo con coerenza, fornendo una opinione indipendente sul merito di credito dell’Italia in linea – spiega la società – con le nostre metodologie internazionali, con i nostri standard di qualità e integrità, e con la regolamentazione europea”. “Il merito di questa causa sarà ora esaminato da un tribunale nel pieno contraddittorio tra le parti. Siamo fortemente convinti che, quando questo avverrà, saremo pienamente assolti da ogni accusa.”

In entrambe le udienze si sono costituite parte civile una decina di consumatori e l’Adusbef, mentre Bankitalia partecipa come parte offesa ma per ora ha deciso di non costituirsi parte civile.