Cultura

Suor Cristina canta Like a Virgin, alla faccia di Tarantino

Siamo nell’anno del Signore 2014. Uso un gergo d’altri tempi, e non certo per nominare il nome di Dio invano, mi scuso se ho ferito la sensibilità di qualcuno, ma per sottolineare come oggi parlerò di una tematica che con la religione ha a che fare. E lo farò, spero, laicamente. Per farla breve, ho appena visto il video di Like a Virgin di Sister Cristina, aka Suor Cristina, la vincitrice della seconda edizione del The Voice italiano.

Un video strepitoso, lo dico subito, girato con maestria da uno dei massimi nomi di questo campo, Marco Salom. Uno, per intendersi, che mi ha fatto apprezzare anche l’ultimo singolo dei Club Dogo, fatto per cui, suppongo, dovrei portargli rancore. Comunque. Ho visto Like a Virgin di Sister Cristina e voglio lasciarmi andare ad alcune considerazioni.

Primo, se andate a cercarvi il video su Youtube o Vevo, e togliete l’audio, e se riuscite a non farvi infastidire dalla presenza un po’ legnosa di Sister Cristina, resterete colpiti dalla fotografia del nostro. Davvero bella. Secondo, Sister Cristina, il nome. Il fatto che suor Cristina ci venga proposta con il nome internazionale, in inglese, dimostra come questo progetto discografico, di prossima uscita, sia rivolto principalmente ad altri. Il che mi sembra una gran cosa, lo dico con sollievo. Perché noi italiani siamo sì disposti a seguire le gesta televisive di una suora, e quando uso la prima persona plurale lo faccio sforzandomi di essere parte di questa nazione, ma poi col cavolo che andiamo a comprarci gli album della suddetta suora, perché vuoi mettere con Emma o uno dei tanti rapper pret-a-porter.

In sud America, per dire, invece, una suora italiana che canta attira, fa esotico, fa religioso. Fa il botto, probabilmente. Di qui la scelta della location, Venezia, la stessa del video di Madonna, perché Like a Virgin è quella Like a Virgin lì, di Madonna, citazione postmoderna, ma soprattutto un luogo riconoscibile ovunque come un luogo italiano, bello di quella bellezza che solo certi posti italiani possiedono, e comunque iconico.

Terzo, Sister Cristina. La vedi dentro questo video e ti fai un sacco di domande. La prima è: ma perché una suora si deve mettere a cantare? La seconda, ma perché una suora che ha una voce che se ti presenti a una qualsiasi pizzeria che fa piano bar ancora coi floppy disk per le basi ti manda via a calci nel sedere si mette a cantare? La terza, e poi smetto con le domande, giuro, perché una suora che non ha questa gran voce, decide di usare la voce come mezzo di evangelizzazione, soprattutto perché mette questa voce dozzinale su un brano come Like a Virgin?

Infatti, arriviamo al punto quarto, la canzone. Ma come si fa, mi chiedo io, dopo aver visto Le iene di Quentin Tarantino, a far cantare Like a Virgin a una suora? Ma stiamo scherzando? È vero, siamo nel 2014, anno del Signore, lo dicevo in esergo, l’evangelizzazione deve, e sottolineo deve, passare per altri canali che non siano solo quelli tradizionali. Il Papa si fa i selfie e li mette su Twitter, una suora potrà pur partecipare a un talent e vincere, no? Di più, può vincere con la squadra di J Ax, non esattamente un santo (o quantomeno, non uno che si vende come un santo). Ma magari può scegliere una canzone che non faccia venire in mente a chiunque, ma proprio a chiunque, una delle tante foto tratte da Sex di Madonna. O che non ci faccia venire in mente la spiegazione che i vari Mr Pink e Mr White davano riguardo al brano in questione durante l’inizio de Le iene

Si voleva colpire l’ascoltatore spiazzandolo? Perfetto, operazione riuscita. Ma siccome si immagina non ci fosse intenzione di infastidire nessuno, magari, il brano poteva essere un altro. Chiaro, dopo l’inedito orrendo scritto da Neffa in molti avranno spinto perché Sister Cristina si rifacesse a un repertorio di classici, tanto per non andare di male in peggio, ma tra i classici esistono brani più dichiaratamente rivolti all’Amore, senza dover per forza tirare in ballo una che già dal nome diceva quali fossero le sue intenzioni rispetto allo scandalizzare i cattolici.

In conclusione. Il video di Sister Cristina merita. Chi non merita, musicalmente, è Sister Cristina, ma se tanto mi da tanto è all’estero che se la dovranno sorbire. Se ci sono momenti in cui rimpiango certe scene del Vecchio Testamento in cui Dio ci viene raccontato come un vecchio vestito di bianco con la barba lunga e l’aria perennemente collerica, pronto a scatenare cataclismi neanche troppo velatamente vendicativi, beh, questo è uno di quei momenti. Ma magari sono solo io che non ho capito bene l’utilizzo della musica nell’evangelizzazione del nuovo millennio.