Società

‘Sentinelle in piedi’: mangiatevi due biscottini con Banderas

Ma queste “Sentinelle in piedi” sono, tecnicamente, degli intolleranti? Mi sono fatto questa domanda proprio perché gli uomini e le donne che si dispongono in file ordinate leggendo libri (certi libri) per segnalare alcune storture del mondo, sostanzialmente tutto ciò che non è strettamente riconducibile alla tradizionalissima famiglia del Mulino Bianco, sono, sul piano semplicemente estetico, persone tra le più pacifiche che ci sia toccato di osservare. Quella fissità determinata, ben piantata in una micro porzione di territorio, delinea l’orgogliosa “resistenza di cittadini – così recita il sito Sentinelleinpiedi.it – che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”.

Ecco, vigilare. Verbo dal significato inequivocabile: “Sorvegliare, controllare, fare attenzione, badare…”. Sorvegliare che noi “libertini” si faccia giudizio? Dev’essere senz’altro questo l’orientamento più vicino alla realtà, queste sentinelle vogliono il nostro bene, desiderano che noi non ci si incammini per una strada sbagliata, portandoci altri peccatori per quegli antri bui. Desiderano che noi ci si ravveda e ci si riscopra eterosessuali nel caso avessimo vezzi omo, mentre l’inverso ovviamente no, questo scientificamente è dimostrato che non può accadere, vero Sentinelle?

Siamo decisamente oltre la Binetti e infatti c’è anche una spruzzata di Giovanardi in questo sughetto gustoso. Non si lotta soltanto per l’affermazione di sé, che poi sarebbe buona e giusta rivendicazione, non ci si batte per ciò che orgogliosamente si è, no, qui in realtà si lotta per l’altrui redenzione, forma moralistica un filo perversa che nasconde il germoglio dell’intolleranza. C’è come il rifiuto di un pensiero pornografico, che per la verità si perde nella notte dei tempi, quello due uomini che si avvicinano, si baciano, fanno l’amore o anche peggio fanno sesso, perché gentili Sentinelle, poniamoci pure una domanda: è vero che nel vostro personalissimo cartellino due uomini che fanno sesso sono molto peggio di due che fanno l’amore, che pure vi fanno già un certo senso?

E qui stiamo alle precondizioni, figuriamoci quando in questa missione salvifica rientrano i bambini che sono il cuore dell’innocenza e che scaturiscono obbligatoriamente (si direbbe per legge con tanto di pubblicazione sulla G.U.) da un’eterosessualità piena e consapevole, altrimenti i pargoli sono da riportare alla verginità con azione militare.

C’è il rischio, care “Sentinelle in piedi”, che un giorno vi dobbiate sedere perché non ci sarà più lavoro, perché gli “eteropuri” non ci saranno più. Già adesso forse vi è arrivato all’orecchio che nessun etero è solo etero e che lasciando libertà di scandalo, con la promessa di non registrare nulla e buttare via le intercettazioni (operazione impossibile, lo so), persino qualcuno di voi confesserebbe un pensierino perverso che comprenda un omosessuale, magari addirittura un trans che forse alimenta anche di più.

Un giorno in Parlamento chiesi a Giuliano Pisapia, che allora era presidente della Commissione Giustizia, perché avessero deciso di punire le persone che detenevano cassette pedofile. Motivai quella che poteva sembrare l’oscena difesa di persone malate e pericolose con la possibilità che esse non fossero in realtà pedofile ma semplicemente perverse al punto tale di “guardare” ma poi di non “fare”. Una visione liberale estrema che però comprendeva il sacro principio dell’autodeterminazione. Pisapia mi diede una risposta assolutamente convincente, che placò totalmente i miei dubbi: chi compra o comunque si dota di questo genere di materiale alimenta un mercato. È questa la ferita non rimarginabile che va punita. Perfetto.

Questo per dire, care Sentinelle, che siete rimaste lì a girare le pale del Mulino Bianco ma il mondo reale è un’altra storia. Sedetevi tranquille, mangiate due biscottini con Banderas e poi spegnete la tv.