Cronaca

Alpi-Hrovatin, Boldrini: “Desecretazione continua, ma con controllo dei servizi”

Ritardi nella pubblicazione dei documenti sull'assassinio dei due giornalisti, sui quali Renzi ha tolto il segreto. La presidente della Camera al premio Ilaria Alpi: "Dilatazione dei tempi per porre omissis su agenti e fonti confidenziali"

Dopo mesi di stallo riprende la desecretazione dei documenti sull’omicidio Alpi-Hrovatin, più volte annunciata dal governo Renzi e dalla presidenza della Camera dei deputati. Poche ore prima della visita della presidente Laura Boldrini e del sottosegretario con delega ai servizi segreti Marco Minniti al Premio Ilaria Alpi sono comparsi sul sito dell’archivio storico di Montecitorio due nuovi dossier declassificati provenienti dal Sismi. Rimangono ancora coperti da segreto più di 2mila fascicoli, acquisiti dal Parlamento durante i lavori delle commissioni Alpi-Hrovatin e sul ciclo dei rifiuti.

Nel marzo scorso, dopo la pubblicazione del decreto Renzi sulla declassificazione, il sottosegretario Minniti aveva assicurato che l’operazione si sarebbe conclusa, per quanto riguarda il caso Alpi-Hrovatin, “entro la prima settimana di maggio”. La dilatazione dei tempi sarebbe dovuta – secondo Laura Boldrini – alla necessità di analizzare la documentazione per omettere i nomi del personale dell’intelligence ancora in servizio o di fonti confidenziali. Questa attività – ha spiegato la presidente della Camera a ilfattoquotidiano.it – viene svolta “da funzionari dell’archivio della Camera e funzionari dei Servizi”. video di Giulia Zaccariello

Alla fine dello scorso anno, subito dopo la richiesta di desecretazione arrivata da Greenpeace, l’ufficio di presidenza della Camera aveva accolto una prima relazione della vice presidente Marina Sereni, che individuava 152 documenti da pubblicare su un totale di diverse migliaia. La selezione era stata operata dagli uffici dell’archivio della Camera basandosi su alcune parole chiave, senza che fosse chiara la responsabilità ultima della scelta. Lo scorso marzo – dopo una petizione di Articolo21 per la completa desecretazione che aveva raccolto 70mila firme – la presidente Boldrini aveva annunciato l’apertura di tutti gli archivi, girando la richiesta all’esecutivo. Due mesi dopo la firma del decreto Renzi sono stati divulgati appena un centinaio di fascicoli acquisiti dalle commissioni Alpi e rifiuti. Poi l’operazione si è arenata. Complessivamente – secondo la stessa Camera dei deputati – sono infatti 2500 i documenti interessati dall’operazione di discovery.

Il 17 giugno 2014 nel frattempo il governo Renzi ha scritto alla presidenza della Camera autorizzando definitivamente la caduta del segreto. Oggi, in occasione del Premio Ilaria Alpi è intervenuta per la prima volta l’autorità delegata per la sicurezza dello Stato Marco Minniti. Per quanto riguarda il governo la desecretazione – ha spiegato il sottosegretario – coinvolge una mole di documenti decisamente superiore: “Una fila di scaffali lunga 70 metri”, ha specificato. Entro novembre 2014 verranno trasferiti i primi documenti all’archivio di Stato: “Un’operazione che pensiamo di concludere – ha spiegato Minniti – entro giugno 2015”, garantendo che non esistono negli archivi dei Servizi altri documenti destinati a rimanere segreti, e che “tutta la documentazione sul caso Alpi, sui traffici di rifiuti e sulle stragi verrà pubblicata. Su questo mi assumo la diretta responsabilità dell’operazione”.

di Andrea Palladino e Andrea Tornago