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Tango bond, Soros denuncia Bank of New York per non aver pagato interessi

Il fondo del finanziere di origini ungheresi e quello di Kyle Bass hanno denunciato nei tribunali di Londra l'istituto presso il quale Buenos Aires ha depositato i soldi necessari per versare gli interessi ai detentori di titoli di Stato che hanno accettato la ristrutturazione. I fondi sono però bloccati su richiesta del giudice Usa Thomas Griesa, autore della sentenza che ha provocato il nuovo default del paese

Dopo il default, si complica ulteriormente lo scenario giudiziario dello scontro tra l’Argentina e i fondi speculativi sui Tango bond. Gli hedge fund dei finanzieri George Soros e Kyle Bass hanno denunciato nei tribunali di Londra la Bank of New York Mellon (Bony) accusandola di aver bloccato i pagamenti su richiesta del giudice Thomas Griesa. Intanto negli Usa si è costituito un nuovo gruppo di hold out, cioè titolari di obbligazioni che non hanno accettato il concambio, che punta a ottenere vantaggi dalle sentenze della giustizia americana sui titoli argentini. Hayman Capital Management (Bass) e Quantum Partners (Soros), dal canto loro, reclamano al Bony il versamento di circa 300 milioni di dollari di pagamenti su bonds argentini ristrutturati, emessi sotto la giurisdizione britannica e depositati da Buenos Aires nel giugno scorso. Ma secondo il giudice Griesa nessun pagamento sui bond ristrutturati può essere realizzato finché non si pagheranno gli 1,6 miliardi di dollari dovuti ai “hedge fund” che non hanno accettato gli swap. Questo in applicazione di una sua sentenza precedente, confermata in appello e dalla Corte Suprema. Parallelamente, la stampa argentina informa della costituzione di un gruppo di hold out che non fanno parte dei fondi in litigio con Buenos Aires, ma puntano comunque a “far riconoscere i diritti dei suoi membri, tenendo conto delle sentenze della corte di New York”. Secondo gli analisti, questi fondi sarebbero in possesso di una parte importante dei bond non ristrutturati, che secondo l’Argentina valgono in totale circa 20 miliardi di dollari.

Intanto a Buenos Aires il capo del gabinetto presidenziale argentino, Jorge Capitanich, ha annunciato che la Banca centrale ha deciso di revocare i permessi all’ufficio locale della Bank of New York Mellon per non aver adempiuto agli obblighi fissati dalla legislazione locale del paese latinoamericano.

E’ stato il blocco dei pagamenti sui “tango bond” provenienti dai concambi del 2005 e 2010 a mettere l’Argentina in situazione di default parziale, e per questo il governo di Cristina Fernandez de Kirchner ha presentato un disegno di legge per cambiare l’agente di pagamento di questi titoli e bypassare gli effetti della sentenza Griesa